La Rsa diventa Covid free ma riapre con 20 posti letto su 31. I sindacati: «Porte aperte ai privati, il 1° ottobre scatta la protesta»

La Rsa di Ripatransone
La Rsa di Ripatransone
di laura
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Martedì 28 Settembre 2021, 08:00

RIPATRANSONE - «Dopo il Covid si assiste al depotenziamento dei posti letto e del personale alla Rsa di Ripatransone». È la denuncia del sindacato Usb che ricorda come durante il picco pandemico, la struttura dell’Area Vasta 5, è stata riconvertita per ospitare malati di Covid in un batter d’occhio, «creando non pochi disagi ai familiari dei degenti ospiti della struttura» dice l’organizzazione sindacale».
 
«Ai lavoratori che vi hanno prestato la propria opera - aggiunge l’Usb -, non sono stati ancora riconosciuti neppure i diritti sanciti da accordo regionale sui “tempi di vestizione” necessari a indossare i dispositivi di protezione individuale, 40 minuti a turno, causando loro un notevole danno economico». Ora, dopo qualche mese, la struttura è tornata Rsa Covid – free, ma «inspiegabilmente - sostiene l’Usb -depotenziata di posti letto (da 31 a 20) e di personale, senza il dovuto confronto con la rappresentanza sindacale dell’Area Vasta 5». I degenti presenti, inoltre, risulterebbero dal punto di vista assistenziale, molto più complessi nella loro gestione. «Insomma, la pandemia non ha insegnato nulla alla dirigenza che gestisce la sanità pubblica - tuona il sindacato -: invece di aumentare l’offerta di posti letto e dotarli di personale sufficiente, si fa il contrario, un favore alle strutture private». Le residenza sanitarie assistenziali sono strutture non ospedaliere adibite all’assistenza di persone non autoufficienti, bisognose di cure mediche e di una articolata assistenza sanitaria.

Quindi, la mancanza di figure professionali adeguate (2 Oss per turno), con la complessità assistenziale aumentata, per l’Usb si lascerebbe il campo aperto alle strutture private come la san Giuseppe a San Benedetto e a Campofilone quella del gruppo De Benedetti.

«La pandemia - fa sapere il sindacato non solo ha aggravato lo stato del sistema sanitario nazionale (già definanziato), ma ha acuito la crisi delle Rsa locali a gestione pubblica: a pagare il conto dalla gestione della dirigenza dell’Asur e AV5 vengono chiamati gli operatori sanitari e la cittadinanza: i dirigenti dell’Area Vasta dovrebbero dimettersi» incalza il sindacato che poi chiede con forza il ripristino dei precedenti posti letto l’aumento del personale: infermieri e Oss per erogare una assistenza di qualità ai cittadini e il ritiro di qualsiasi ulteriore ipotesi di cessione di servizi al privato «dato che circolano voci di un appalto» chiude l’Usb che poi invita a far tornare interni i servizi dati in appalto e la gestione pubblica dei servizi sanitari e di lavoro pubblico. «Per questo chiude - c’è assoluta necessità di assunzioni stabili e proroga del dei precari in scadenza». 

Lavoratori e cittadini, poi, sono invitati a mobilitarsi e a partecipare al presidio/assemblea il 1° ottobre davanti ospedale di Ascoli e aderire allo sciopero generale dell’ 11 ottobre.

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