Al centro commerciale si abbassano le serrande. “Le Ancore” contesta i divieti sulle aperture

Il centro commerciale
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Venerdì 7 Maggio 2021, 09:05

PORTO SANT’ELPIDIO - Saracinesche abbassate dalle 11 alle 11.15 martedì prossimo al centro commerciale “Le Ancore” di via Fratte. La struttura al confine fra Porto Sant’Elpidio e Civitanova aderisce alla manifestazione nazionale contro i negozi chiusi nel fine settimana, una misurta prevista dai provvedimenti anti assembramento Covid. «È una misura ingiusta perché nel weekend lavoriamo di più» dice Roberta Liboni del negozio di abbigliamento giovane, di tendenza alle Ancore, ex Auchan.

 
L’impegno
Aderiranno tutti i negozi meno il supermercato, la farmacia e la libreria che, a differenza degli altri, possono rimanere aperti sette giorni su sette. Gli esercizi penalizzati sono gli altri, dall’intimo alle calzature, dall’estetica alla bigiotteria. E non si capisce il motivo per il quale si può comprare uno smalto, una canottiera o un paio di ciabatte al supermercato e non nel resto della Galleria. Il settore dei centri commerciali è rimasto escluso dal testo finale del decreto Riaperture che il governo ha pubblicato il 22 aprile per la graduale ripresa delle attività sospese, con regole valide fino al 31 luglio. Il consiglio nazionale dei centri commerciali ha inviato a tutti la circolare per chiedere di aderire alla manifestazione che durerà un quarto d’ora. Si chiede di riaprire nei festivi e prefestivi. A Porto Sant’Elpidio ieri tutti avevano preso atto della circolare. Ci sono 400 persone al lavoro su 40 negozi, un’economia a rischio. Non tutti parteciperanno alla protesta: «non ci possiamo fare niente, non dipende da noi, dobbiamo sottostare alle decisioni calate dall’alto» fa sapere la commessa, un’altra ragazza dietro al bancone è molto più combattiva, si lamenta perché dice che il suo negozio ha aperto a febbraio e subito è calata la cappa delle restrizioni.


Il settore
Un giovanotto nel comparto maquillage dice che il problema della poca gente in giro in via Fratte è strutturale e non riguarda solo il fine settimana ma questo è un altro discorso.

Basta che apra un centro vicino, tipo a Civitanova, e il vecchio si spopola a favore del nuovo, da sempre è così e non c’entra niente la direzione. Nei giorni scorsi aveva detto la sua anche il direttore della Galleria di via Fratte, Ivan Bonora: «I centri commerciali sono discriminati, le richieste di aiuto sono rimaste inascoltate e non capisco perché - sottolineava -: queste realtà sono super controllate, sanificate, sono posti sicuri e non risulta che un focolaio si sia mai sviluppato qui. L’impossibilità di aprire nei fine settimana ci ha causato danni irrecuperabili, i negozi cominciano a chiudere, la situazione è diventata insostenibile psicologicamente ed economicamente» evidenziava il direttore.


Il mese
Tutti speravano che con l’arrivo del mese di maggio sarebbe cambiata l’aria ma, almeno finora, non è stato così e adesso punta i piedi anche la Confcommercio Marche Centrali: «Chiediamo l’immediata revoca delle misure restrittive che da oltre sei mesi impongono la chiusura dei negozi nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi» azzanna il direttore Massimiliano Polacco.


I complessi
La manifestazione di martedì vuole anche ribadire la sicurezza di questi complessi che dall’inizio dell’emergenza hanno adottato protocolli rigorosi, garantendo che non si registrasse alcun focolaio in tali strutture. 

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