Dissuasori sulla pista ciclabile, mamme e bikers litigano. Le prime: «Un deterrente». Gli altri: «Rischiamo di schiantarci»

I dissuasori sulla pista ciclabile
I dissuasori sulla pista ciclabile
di Filippo Ferretti
2 Minuti di Lettura
Sabato 3 Aprile 2021, 07:53

ASCOLI - La pista ciclopedonale di Monticelli nella bufera. Negli ultimi giorni, molti di coloro che frequentano il percorso sono insorti davanti ai dissuasori, installati dal Comune, nel tratto che fiancheggia l’area in cui si trovano da sei mesi i tendoni del Circo.

Una polemica feroce che sta impazzando anche sui social. Sportivi che praticano jogging, coloro che si allenano correndo, bambini e adulti in bicicletta, persone a spasso con i loro cani: da un giorno all’altro, alla fine di Monticelli e nella zona in cui la pista si addentra nella frazione di Brecciarolo, si sono trovati davanti ad ostacoli poco graditi ai più. Sino a qualche giorno fa il tratto ciclo-pedonale proseguiva senza dissuasori sino al punto in cui il percorso si interrompe, all’altezza del tirassegno. 

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La necessità
In realtà, la decisione di creare queste barriere nasce per uno scopo preciso, cioè di tutelare il passaggio soprattutto dei ciclisti, affinché rallentino in un tratto in cui da poco è prevista la presenza del transito di autoveicoli, dato che il vicino immobile, per decenni disabitato, da qualche mese è stato ristrutturato e quindi di nuovo abitato.

Residenti che per entrare nel proprio parcheggio devono necessariamente attraversare, anche soltanto per pochissimi metri, la ciclopedonale. «Dobbiamo rallentare all’improvviso e rischiamo di schiantarci» si lamentano molti ciclisti che transitano lungo il tratto incriminato, convinti che questo cambiamento improvviso sia né azzeccato, né gradito.

 
La protezione
Di tutt’altro avviso le mamme che vivono nei palazzi intorno alla pista ciclo-pedonale, che si erano lamentate del passaggio improvviso delle auto, una presenza che metteva a repentaglio l’incolumità dei loro bambini, in un’area inizialmente nata come priva di auto. «Ci siamo appellati al Comune per chiedere una tutela, non solo dalle autovetture di chi esce ed entra dal parcheggio, ma anche dagli stessi tanti ciclisti che, con i numerosi proprietari di monopattini viaggiano a velocità folli» risponde a nome delle famiglie del quartiere Maria Angelini, certa che il tragitto in oggetto per troppo tempo sia stato scambiato per una pista di velocità.

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