ASCOLI - La strada per uscire dal tunnel, da queste parti, è più lunga del previsto. A causa anche del covid. Ed ecco, allora, la decisione di prorogare l’Area di crisi complessa del Piceno e della Val Vibrata fino al 28 luglio del 2023.
Anche con la firma e l’adesione della Provincia di Ascoli per sbloccare questo slittamento in avanti di tre anni rispetto a quella che era stata inizialmente individuata come la data dello stop a finanziamenti e sostegno alle imprese del territorio ascolano e di parte di quello teramano. Dopo essere calato il silenzio, dunque, sulla fase precedente di bandi e finanziamenti, adesso Ministero per lo sviluppo economico e Regione hanno deciso di rimettersi in ballo e di liberare, per questo territorio ancora zoppicante dal punto di vista del vigore economico, risorse rimaste inutilizzate nella prima fase. Rispettivamente, Governo ed ente regionale ora mettono sul piatto circa 6 milioni e 50mila euro e 2,8 milioni. Quasi 9 milioni che serviranno per prendere sottobraccio altre potenziali nuove imprese e per sostenere anche gli investimenti aziendali più in generale, con l’obiettivo anche di creare nuova occupazione.
La proroga
Attraverso il protocollo messo a punto dal Ministero per lo sviluppo economico.
Fondi e bandi
Per quanto riguarda i 2,8 milioni che sono stati messi a disposizione dalla Regione Marche per il Piceno, come confermato dall’assessore con delega alle Aree di crisi, Guido Castelli, 1,3 milioni saranno utilizzati per sostenere la creazione di imprese. Nello specifico, 300mila euro saranno utilizzati per lo scorrimento della graduatoria precedente, ancora aperta. Mentre il restante milione di euro andrà a coprire le richieste relative al nuovo bando avviato dalla stessa Regione all’inizio di giugno e con 90 domande per la creazione di nuove aziende. Gli altri 1,5 milioni di euro, invece, saranno indirizzati, insieme ai 6 milioni provenienti dal Ministero, sempre per la provincia ascolana, sugli investimenti produttivi delle imprese del territorio – attraverso la creazione di bandi - per stimolare, quindi, anche la creazione di nuovi posti di lavoro. Più nello specifico, il Ministero dello sviluppo economico contribuirà al finanziamento degli investimenti finalizzati alla reindustrializzazione e alla diversificazione dell’apparato produttivo esistente sul territorio. Prende corpo, dunque, quello che possiamo definire il secondo atto di un’Area di crisi ancora in cerca di una ripartenza vera e definitiva (in particolare in certi settori), senza ulteriori sussulti e imprevedibili ostacoli lungo il cammino.
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