ASCOLI - Un ultimo gesto d’amore e di altruismo. È quello che ha compiuto Ortenzo Bruni, l’operaio di 58 anni rimasto coinvolto in un incidente sul lavoro lunedì scorso all’interno dello stabilimento di Campolungo della Scandolara. Nella tarda mattinata di ieri, quando purtroppo i medici hanno constatato che per lui non c’era più nulla da fare, i suoi familiari ed in particolare la moglie e i suoi due figli hanno autorizzato l’espianto degli organi.
Dopo quattro giorni trascorsi nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale regionale di Torrette dove l’operaio era stato trasportato in eliambulanza in gravissime condizioni, il suo quadro clinico è ulteriormente precipitato fino a causarne il decesso. La notizia della morte di Ortenzo Bruni ha destato profondo sconcerto tra i suoi amici che in questi giorni avevano sperato che quell’uomo sempre disponibile e gentile con tutti, potesse farcela a superare questo drammatico momento. Ci speravano anche i suoi colleghi di lavoro: in tanti, appena appresa la notizia si sono stretti al dolore della sua famiglia. Nel frattempo, l’azienda, che in questa settimana aveva fermato la produzione e messo la gran parte dei lavoratori in cassa integrazione, ha deciso di non riaprire lunedì la fabbrica in segno lutto.
Davanti ai cancelli dell’azienda, però, ci sarà un presidio dei lavoratori che in accordo con le sigle sindacali e le rappresentanze aziendali avevano all’indomani annunciato lo stato di agitazione e lo sciopero alla ripresa dell’attività produttiva.
Sarà lo stesso magistrato nelle prossime ore a concedere il nulla osta per la restituzione della salma ai familiari di Ortenzo Bruni che potranno disporre le esequie.