Anziani uccisi nella casa di riposo, i familiari presentano un dossier. Respinta la richiesta di domiciliari dell'infermiere

Anziani uccisi nella casa di riposo, i familiari presentano un dossier. Respinta la richiesta di domiciliari dell'infermiere
Anziani uccisi nella casa di riposo, i familiari presentano un dossier. Respinta la richiesta di domiciliari dell'infermiere
di Luigi Miozzi
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Mercoledì 8 Luglio 2020, 11:06 - Ultimo aggiornamento: 12:10

ASCOLI - Il collegio giudicante del tribunale della libertà di Ancona si ha respinto l’istanza di riesame presentata dai difensori di Leopoldo Wick, gli avvocati ascolani Tommaso Pietropaolo e Luca Filipponi, che hanno chiesto la revisione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Ascoli nei confronti del loro assistito accusato dell’omicidio di otto anziani ospiti della Rsa di Offida e del tentato omicidio di altri quattro.

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Nel corso dell’udienza gli avvocati hanno esposto le ragioni per le quali hanno chiesto la scarcerazione dell’infermiere ritenendo non vi fossero più le esigenze cautelari in quanto non sussiste il pericolo di fuga né la reiterazione del reato e neppure il rischio di inquinamento delle prove. In subdordine, gli avvocati Pietropaolo e Filipponi hanno chiesto la concessione degli arresti domiciliari. Ma la richiesta è stata respinta.
 
Le motivazioni
Nel corso del dibattimento i due penalisti hanno contestato in punta di diritto le motivazioni addotte dal giudice per le indagini preliminari per giustificare la custodia cautelare in carcere. Precisa e puntuale la contestazione degli avvocati dei motivi che hanno indotto il gip a non concedere neppure l’adozione del braccialetto elettronico in quanto, per il magistrato, ci sarebbe stato bisogno di un autolimitazione da parte dell’indagato, soprattutto per quanto riguarda i contatti con l’esterno, che non si era in grado di garantire. 
I parenti
Al termine dell’udienza i giudici si sono ritirati in camera di consiglio per poter giungere ad una decisione che potrebbe arrivare già nelle prossime ore. Nel frattempo anche i parenti delle vittime e di alcuni anziani a cui secondo l’accusa l’infermiere avrebbe iniettato dosi di medicinali quali insulina, promazina e anticoagulanti mettendone a repentaglio la loro vita, vogliono vederci chiaro su quanto accaduto all’interno della struttura sanitaria di Offida tra la fine del 2017 e l’inizio del 2019. Per questo motivo, non appena avranno la possibilità di accedere agli atti dell’inchiesta, hanno intenzione di nominare un consulente di parte per valutare se, oltre alle responsabilità penali che vengono contestate a Leopoldo Wick, possano esserci anche delle colpe da parte dei medici in servizio nella struttura. 
 
A seguito delle indagini sarebbe emerso, anche dalle intercettazioni ambientali e telefoniche, che in molti anche tra i colleghi dubitavano del comportamento dell’infermiere mostrando anche qualche sofferenza a svolgere i propri turni di lavoro insieme a Leopoldo Wick. Quello che i parenti degli ospiti della Rsa, pronti a costituirsi parte civile qualora l’infermiere dovesse essere rinviato a giudizio, vogliono accertare se ci sia stata negligenza, imprudenza o imperizia in chi aveva le responsabilità e avrebbe potuto evitare quanto accaduto.
 
Non appena la Procura informerà i familiari, questi procederanno con la nomina di un perito di parte. Per la Procura che ha coordinato le indagini svolte dal nucleo investigativo dei carabinieri di Ascoli comandato dal maggiore Nicola Gismondi, Leopoldo Wick tra il 2017 e il 2019 avrebbe iniettato dosi letali di insulina, anticoagulanti e promazina causando l’omicidio di otto anziani e il tentato omicidio di altri quattro. L’infermiere, dal canto suo, ai suoi difensori che ha incontrato nel carcere di Marino del Tronto, ha ribadito la propria innocenza. 

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