Offida, morti sospette nella Rsa
L'indagato: «Ho salvato tante vite»

Offida, morti sospette nella Rsa L'indagato: «Ho salvato tante vite»
di Mario Paci
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Mercoledì 3 Aprile 2019, 10:56

OFFIDA - «Nella mia professione ho contribuito a salvare tante vite umane, non posso certamente passare per un angelo della morte». È avvilito ma fiducioso nella giustizia l’infermiere di 57 anni, residente a Grottammare, indagato di omicidio per le due morti ancora da chiarire avvenute alla residenza sanitaria assistenziale di Offida, che si è sfogato con il suo legale. Dopo l’apertura dell’inchiesta da parte della magistratura ascolana l’infermiere è stato collocato in ferie ma quando tornerà al lavoro a maggio sarà trasferito in un altro ufficio.
Secondo la Procura della Repubblica il decesso di Vincenzo Gabrielli dello scorso 25 febbraio sarebbe stato provocato da una presunta somministrazione dolosa di farmaci non compresi nella terapia. Mentre per la morte di Lucia Bartolomei di 95 anni la causa potrebbe essere la somministrazione di una quantità di medicinali superiore a quella prevista. In attesa di conoscere i risultati dell’autopsia sul primo cadavere domani sarà riesumata la salma dell’anziana ospite della Rsa offidana per essere sottoposta ad autopsia disposta del procuratore della Repubblica Umberto Monti.
  
Ma quali sarebbero questi farmaci che avrebbero provocato il decesso? Si tratterebbe del Talofen, un farmaco utilizzato per l’agitazione psicomotoria o del comportamento aggressivo che somministrato in dosi eccessive può provocare gravi conseguenze sulla salute fino a condurre al decesso. «Ma per quale motivo lo avrebbe fatto? Non esiste un movente, non ha riscosso alcun assegno nè è stato assoldato da qualche familiare delle vittime magari per riscuotere l’eredità. Non stiamo parlando di una persona squilibrata ma di un infermieri che ha tanti anni di esperienza sulle spalle» afferma l’avvocato difensore, Tommaso Pietropaolo. Si rimane quindi in attesa di conoscere i risultati dell’autopsia di Gabrielli per capire con esattezza le cause dei due decessi. Nel frattempo sono stati effettuati dall’estate scorsa prelievi a tutti gli ospiti della Rsa che sono deceduti.
 
L’indagine della magistratura ha comunque offuscato l’immagine della Rsa offidana. «Bisogna colpire i responsabili non la Rsa- scrive l’ex sindaco di Offida, Lucio D’Angelo - La Procura di Ascoli ritiene che vi siano elementi tali da richiedere ulteriori accertamenti, tra i quali la riesumazione di una novantacinquenne deceduta tempo fa. Non ho ovviamente motivi per dubitare sulla necessità di ciò, anzi, ritengo giusto che gli inquirenti accertino tutto il possibile, fugando ogni sospetto e, se del caso, punendo chi si sia reso responsabile di quanto ipotizzato. È una cosa troppo seria per essere lasciata avvolta da un alone di mistero, dubbio, opacità e sospetto». «Mi auguro - dice - che questa indagine, doverosa, non discrediti la struttura nel suo complesso, che da quando ha iniziato la sua attività si è sempre distinta per la qualità del servizio di assistenza garantito ai suoi ospiti e non coinvolga in maniera indistinta gli operatori che in essa vi lavorano, con serietà e professionalità, ai quali per primi va il merito del suo buon funzionamento.

So bene che non è certo questa l’intenzione dei magistrati che, di contro, perseguendo i singoli responsabili renderanno giustizia e merito a tutto il buon lavoro che è stato fatto in questi anni».

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