Anziani uccisi alla casa di riposo, ricorso in Cassazione della difesa: «Liberate l'infermiere»

Offida, anziani uccisi alla casa di riposo, ricorso in Cassazione della difesa: «Liberate l'infermiere»
Offida, anziani uccisi alla casa di riposo, ricorso in Cassazione della difesa: «Liberate l'infermiere»
di Luigi Miozzi
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Domenica 2 Agosto 2020, 03:40

ASCOLI - I difensori di Leopoldo Wick, l’infermiere accusato di aver provocato la morte di otto anziani e di aver tentato l’omicidio di altri quattro, tutti ospiti della Rsa di Offida, non si danno per vinti e hanno deciso di presentare ricorso in Cassazione per impugnare la decisione del tribunale della libertà di Ancona che ha respinto l’istanza di riesame del provvedimento di custodia cautelare in carcere

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I giudici del Riesame, nelle loro motivazioni, hanno di fatto ricalcato quanto sostenuto dal gip di Ascoli ribadendo la necessità di confermare la detenzione per Leopoldo Wick, tra le quali la possibilità di reiterazione del reato. Una motivazione inaccettabile per gli avvocati Tommaso Pietropaolo e Luca Filipponi che hanno deciso di presentare il ricorso in Cassazione che è stato predisposto allargando il pool difensivo anche al penalista sambenedettese Francesco Voltattorni. 
 
Nell’atto di impugnazione della sentenza del tribunale della libertà, i difensori dell’infermiere che dal 15 giugno scorso è rinchiuso nel carcere di Marino del Tronto, chiedono la scarcerazione del loro assistito perchè non sussistono i rischi di reiterazione del reato e neppure quello del pericolo di fuga considerato anche il fatto che Leopoldo Wick è stato iscritto sul registro degli indagati per oltre un anno e, pertanto, avrebbe avuto l’eventuale possibilità di inquinare le prove. 

L’affondo 
«Quelle sostenute dal gip di Ascoli e ribadite dai giudici del tribunale della libertà di Ancona, sono motivazioni inaccettabili per giustificare la custodia cautelare in carcere - sostiene l’avvocato Tommaso Pietropaolo -. Quella di Leopoldo Wick è una espiazione anticipata della pena». 

L’accusa 
Il castello accusatorio predisposto dalla Procura aveva convinto il giudice delle indagini preliminari, Annalisa Giusti, a firmare l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’infermiere e che è stata eseguita lo scorso 15 giugno quando i carabinieri fecero scattare le manette ai polsi dell’infermiere che da quel giorno è rinchiuso nella casa circondariale ascolana. Pesanti gli indizi raccolti nei suoi confronti dagli investigatori in oltre un anno e mezzo di indagini. 

Le testimonianze 
Tra testimonianze, intercettazioni ambientali e telefoniche, analisi di laboratorio e verifiche delle cartelle cliniche degli ospiti della casa di riposo di Offida, la Procura è certa che sia stato Leopoldo Wick a iniettare dosi letali di medicinali tali da provocare la morte di otto anziani e del tentato omicidio di altri quattro. L’attività investigativa, infatti, portata avanti con certosina attenzione dai militari dell’Arma del nucleo investigativo comandati dal maggiore Nicola Gismondi, avrebbe consentito di appurare che l’infermiere iniettava dosi massicce di promazina, di anticoagulanti e insulina in pazienti non diabetici tanto da provocarne la morte. L’inchiesta è partita quando un’operatrice sanitaria della struttura, dopo che aveva manifestato i dubbi sul comportamento dell’infermiere con alcuni colleghie con i suopi superiori rimanendo inascoltata, la donna, alla fine del 2018, si recò dai carabinieri di Offida. Vennero sentiti, poi, alcuni parenti di anziani ospiti della struttura e a quel punto partì l’inchiesta.

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