Alberghi vuoti e ristoranti chiusi per i cenoni, il turismo sui Sibillini fa flop durante le festività natalizie

Alberghi vuoti e ristoranti chiusi per i cenoni, il turismo sui Sibillini fa flop durante le festività natalizie
Alberghi vuoti e ristoranti chiusi per i cenoni, il turismo sui Sibillini fa flop durante le festività natalizie
di Francesco Massi
3 Minuti di Lettura
Venerdì 6 Gennaio 2023, 04:45

MONTEMONACO - È un quadro a tinte scure quello che esce dal movimento turistico nell’area dei Sibillini nel periodo natalizio che si sta concludendo. Flessioni nei numeri delle prenotazioni nelle attività ricettive, ma soprattutto ridotta di molto la permanenza. Se nello stesso periodo dello scorso anno, in ripresa dopo la pandemia, i turisti rimanevano circa due o tre giorni, questa volta i soggiorni si sono fermati ad una giornata ed una notte. 

 

Tra i fattori da imputare a questa contrazione, come fanno notare gli operatori, il calendario che ha visto le due feste principali, Natale e Capodanno, coincidere con la domenica.

Ma soprattutto la contrazione delle spese per le famiglie che devono far fronte agli enormi rincari delle bollette, quindi tendono a tagliare o diminuire il periodo di vacanza. La situazione però non è migliorata nemmeno per questo ponte dell’Epifania di tre giorni, sul quale albergatori e ristoratori speravano di più. Ma la situazione è stata scarsa anche per il classico cenone dell’ultimo dell’anno.

Ristoranti chiusi

Molti ristoranti sono rimasti chiusi. Il numero delle prenotazioni spesso rischiava di non riuscire a coprire i costi. Infatti la quantità minima di clienti da avere si è alzata, affinché il cenone potesse essere remunerativo per il ristoratore, a causa degli aumenti esorbitanti dell’energia, con consumi notevoli e costi più alti per l’area montana, dove fa più freddo e quindi solo per il riscaldamento occorre tenere accesi i termosifoni per più tempo. L’esempio pratico è dato dal proprietario di un agriturismo di Montemonaco, tra i tanti che hanno preferito tener chiuso il ristorante. Riguardo il cenone dell’ultimo dell’anno, per 40 posti, con ipotesi 80 euro a testa, cifra già altissima e impraticabile, avrebbe incassato 3.200 euro. Circa 1200-1300 sarebbero andati al personale tra cucina e camerieri, poi i costi dell’energia tra luce e gas, della musica, diritti Siae, quindi quelli delle materie prime per realizzare i piatti, visto che deve essere anche un menù piuttosto lungo. Insomma facendo il conto della serva non c’era convenienza. Gli operatori del settore, dunque, sono preoccupati, soprattutto per l’aumento dei costi dell’energia ma anche degli alimenti. 

Cresciuta invece la richiesta di case o appartamenti liberi da affittare tra l’ultimo dell’anno e capodanno, con i cenoni preparati autonomamente o con il catering. Ma il problema è che le case disponibili sono poche, visti i ritardi della ricostruzione post sisma 2016. Comunque in genere nei Sibillini, specialmente in questa stagione, il turismo è più scarso rispetto alle altre. Se c’è, si concentra nel fine settimana o in un solo giorno. Questo non permette una programmazione e nemmeno la possibilità di avere una continuità per la disponibilità di lavoratori che non possono essere stabilizzati. Considerata favorevolmente dagli operatori l’introduzione dei voucher per avere personale, vista l’intermittenza della necessità. Inoltre a penalizzare il turismo in questa stagione invernale anche la mancanza della neve, che almeno richiamava amanti delle camminate con le ciaspole, considerando che le escursioni in questo periodo in genere non si fanno.

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