Montemonaco, la curia fa dietrofront
Sfollati e volontari alloggiati gratis

Casa Gioiosa a Montemonaco
Casa Gioiosa a Montemonaco
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Sabato 11 Febbraio 2017, 06:55
MONTEMONACO «La curia ha chiesto, come gesto di buona volontà, all’ente gestore di Casa Gioiosa di rinunciare al suo diritto al rimborso». Lo rende noto il vescovo di San Benedetto, Carlo Bresciani, in una nota dopo le polemiche che hanno investito la casa vacanze della diocesi rivierasca, temporaneamente adibita a ospitare una trentina di sfollati del paese montano e soprattutto i volontari della Protezione civile che in questo periodo, hanno aiutato la comunità fiaccata dal sisma che non dà tregua. La vicenda vedeva da una parte l’amministrazione comunale di Montemonaco, pronta a trattare con la diocesi la cifra da riconoscere all’ente religioso per la semplice occupazione dell’immobile visto che «i pasti, le utenze e le necessità erano già a tutte a nostro carico» spiega il sindaco Onorato Corbelli. Non però l’affitto del luogo, tutto tranne che un albergo, composto com’è di ampi dormitori e senza bagni in camera. Insomma, un alloggio temporaneo per il quale il primo cittadino, consapevole del disagio arrecato era pronto «a riconoscere una cifra per il mancato guadagno, circa 7mila euro» alla curia esclusivamente, però, per i propri cittadini e non per chi è andato a portare loro sollievo visto che si tratta appunto di volontari. «Mi sarei aspettato - prosegue Corbelli - che a questo mio atto seguisse la disponibilità ad alloggiare gratis i terremotati. Di contro, mi sono visto richiedere una cifra anche per la Protezione civile». La curia, per altro, precisa che diritto al rimborso sarebbe «stabilito dal “Protocollo di collaborazione tra Regione Marche e Anci Marche” che riguarda le strutture recettive ospitanti persone colpite dal sisma firmato il 3-12-2016, importo comunque non a carico del Comune di Montemonaco né dei cittadini che ivi hanno trovato pronta accoglienza, ma della sola Protezione civile». Ieri però dopo il polverone la disponibilità dell’ente gestore a chiedere «il puro indennizzo delle utenze documentate da fatture, comunque sempre a carico della Protezione civile, e la rimessa in ordine al momento del rilascio della struttura». 
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