Lo chef che non trova personale
«C’è il reddito di cittadinanza»

Lo chef che non trova personale «C’è il reddito di cittadinanza»
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Mercoledì 17 Luglio 2019, 02:15
SAN BENEDETTO -  «Nessuno sfrutta qualcuno». Sui lavoratori stagionali rincara la dose lo chef Federico Palestini. Il re del brodetto sambenedettese che proprio in tema di cucina era entrato in polemica anni fa con Sandro Assenti, questa volta parla la stessa lingua del presidente della Confesercenti e conferma di aver avuto difficoltà a reperire personale qualificato per la stagione estiva presso il suo ristorante. Lo chef lancia un appello all’Alberghiero di San Benedetto affinché possa veicolare stage per gli studenti nel periodo estivo in collaborazione con le attività di ristorazione della Riviera. 

 

Quella sui lavoratori stagionali torna puntuale ogni estate. Palestini, lo chef che ha fatto anche degustare di recente il suo brodetto a mister Sarri ad Acquaviva Picena, racconta la sua esperienza: «Nei mesi di maggio e di giugno avevo ricevuto da parte dell’ufficio impiego dei moduli contenenti i nominativi di 12 persone che percepiscono il reddito di cittadinanza. Volevo offrire loro del lavoro ma nessuno mi ha dato conferma anzi qualcuno mi ha anche intimato a non chiamarlo più. Ho dovuto così cercare altrove e non senza difficoltà. Non è facile trovare ragazzi che vogliono lavorare nella ristorazione, anzitutto perché da noi si lavora il sabato e la domenica e i ragazzi preferiscono forse essere liberi nel weekend e comunque non si trovano lavoratori qualificati. Un appello lo lancio anche all’alberghiero affinché cerchi di mandare i ragazzi a fare formazione anche nei periodi estivi nei ristoranti della Riviera».
Le condizioni 
Palestini sulle condizioni di lavoro parla di osservanza della legge ma anche della necessità di essere flessibili: «Da noi se vieni assunto per 4 ore lavori per 4 ore, hanno un pasto gratuito. Noi serviamo solo per i dipendenti sia a pranzo che a cena 1.200 pasti gratuiti l’anno. Diamo 14 mensilità, paghiamo la tredicesima la quattordicesima come previsto dalla legge. Ovviamente ci deve essere anche la flessibilità, ci sono giornate in cui ci sono tante persone altre in cui vi sono tempi morti».
Il confronto 
Diverso invece lo scenario generale raccontato dalla Cgil: «Non crediamo che scaricare sui lavoratori, altamente professionalizzati, che non si tirano mai indietro le responsabilità di chi invece i lavoratori li vuole sfruttare sia il modo giusto di affrontare la questione. Il lavoro stagionale nel turismo, commercio e artigianato alimentare arriva ad occupare il 40%. Questi lavoratori hanno diritto a vedere i propri contratti rispettati. Se poi lavorano il doppio devono ricevere retribuzioni adeguate».
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