San Benedetto, battaglia legale con la Provincia per l'Imu non pagata

San Benedetto, battaglia legale con la Provincia per l'Imu non pagata
San Benedetto, battaglia legale con la Provincia per l'Imu non pagata
di Luca Marcolini
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Lunedì 18 Luglio 2022, 07:00

ASCOLI - È la stagione della carta bollate per la Provincia di Ascoli. Si inasprisce, infatti, la battaglia legale aperta dall’ente con il Comune di San Benedetto, dopo gli avvisi di accertamento e il ricorso alla Commissione tributaria da parte dell’ente rivierasco per l’Imu non pagata da Palazzo San Filippo nel 2016 e 2017, con ulteriori avvisi relativi anche all’imposta sugli immobili che l’amministrazione provinciale non avrebbe versato neanche per gli anni 2018 e 2019.

Avvisi tutti ora contestati dalla Provincia con impugnativa davanti alla commissione tributaria. E piove sul bagnato anche per il ricorso dell’ente comunale costiero contro un’ingiunzione di pagamento della Provincia dell’aprile 2021. Inoltre, a completare lo scenario delle battaglie tra enti, c’è ancora in ballo la richiesta dei rimborsi alla Regione da parte Palazzo San Filippo per le funzioni straordinarie esercitate nel periodo di transizione dopo la riforma delle Province. 


Il braccio di ferro 


È sempre più braccio di ferro tra la Provincia di Ascoli e il Comune di San Benedetto, per una vicenda che va avanti a colpi di avvisi, ingiunzioni, ricorsi e opposizioni.

Palazzo San Filippo, infatti, si oppone ora, con una impugnativa, agli ultimi avvisi di accertamento disposti dall’amministrazione sambenedettese ad aprile per recuperare l’Imu non pagata dalla Provincia in relazione agli anni 2018 e 2019 con relative sanzioni amministrative. E ora anche questa vertenza legale finirà all’attenzione della Commissione tributaria. Un’ulteriore battaglia legale che va ad aggiungersi a quanto avvenuto anche per l’Imu degli anni 2016-2017. Il motivo del contendere, come detto, è quello delle sanzioni irrogate e notificate alla fine del 2021 dall’ente rivierasco per il mancato pagamento di avvisi Imu relativi a 5 e 6 anni fa. Avvisi che la Provincia ha contestato opponendosi e impugnando gli atti in questione, ritenendoli infondati. Impugnazione davanti alla Commissione tributaria provinciale che era stata sbloccata con un decreto presidenziale dello scorso 17 febbraio. È una partita, dunque, ancora tutta aperta, come detto, tra avvisi, ricorsi e impugnazioni. 


La Sentina


Una situazione analoga era stata, invece, chiusa con una transazione nel 2020 tra l’amministrazione sambenedettese e l’Arengo, relativa al pagamento dell’Ici relativo alla zona Sentina. Si è arrivati, infatti, ad una conciliazione sulla base di un versamento del Comune ascolano di circa 35mila euro dopo un contenzioso che si è protratto per diversi anni legato al valore delle proprietà dell’ente ascolano in territorio rivierasco e, in particolare, della zona della Sentina tra area e fabbricati. E, quindi, ai conseguenti importi da pagare come Ici (Imposta sugli immobili). L’amministrazione di Ascoli aveva sempre continuato a pagare la tassa, ma seguendo dei parametri che secondo il Comune sambenedettese non erano adeguati. Ben 10 erano stati gli avvisi di accertamento inviati all’Arengo per adeguamenti dell’Ici sull’area Sentina e sui fabbricati presenti per gli anni 2001, 2002, 2003, 2004 e 2005. Ma, intanto, tornando al braccio di ferro tra Provincia e Comune di San Benedetto, c’è un altro tassello: quello che vede l’ente comunale ricorrere in giudizio al Tribunale di Ascoli per stoppare un decreto ingiuntivo di pagamento emesso nell’aprile 2021 dall’ente provinciale.


Regione e rimborsi


Resta aperta, infine, la questione del ricorso alle vie legali, da parte della Provincia di Ascoli nei confronti della Regione Marche per ottenere i rimborsi previsti per le attività svolte nella fase di passaggio, nel 2015, per l’attuazione della legge Delrio di riforma delle Province. Attività per le quali la Provincia di Ascoli ha continuato ad accollarsi, secondo quanto risulta dal decreto presidenziale sulla questione, i costi relativi a funzioni non fondamentali, come quelli per la gestione della funzione ex Anas per conto della Regione Marche. Con la rivendicazione di una somma complessiva pari a circa 860mila euro. 
 

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