GROTTAMMARE - Sito web e social network istituzionali: Grottammare fissa i paletti. La giunta ha varato la “Media Policy del Comune”, un insieme di norme pensate per definire con chiarezza ogni aspetto della gestione delle varie agorà virtuali ufficiali, compreso l’utilizzo da parte degli utenti. Per i social, Facebook in primis, definiti i divieti e le tipologie di commenti passibili di cancellazione.
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Il documento - approvato in una delle ultime riunioni della giunta, sotto la presidenza del vicesindaco Alessandro Rocchi - alimenta una discussione che, recentemente, ha avuto enfasi a livello planetario, con la sospensione (temporanea) dai social network di Donald Trump, nella sua turbolenta fase finale di presidenza Usa. Dunque un tema davvero caldo e, a tratti, controverso, che ruota intorno alla domanda: fino a che punto ci si può spingere nelle discussioni su internet?
I comandamenti
Su questo fronte, l’amministrazione comunale detta 16 punti, ai quali deve attenersi chi segue e scrive sui gruppi ufficiali della Perla dell’Adriatico. Ad esempio, sono passibili di cancellazione i commenti «che offendano la dignità e l’immagine del Comune di Grottammare e dei suoi cittadini, degli Amministratori e dipendenti comunali, delle istituzioni civili e religiose», oppure «che si trasformino in chat personale tra utenti» ed anche quelli «inseriti con lo scopo di innescare polemiche e che non siano espressione del diritto di critica o di libertà di pensiero».
La moderazione
«Normalmente - si legge nella Media Policy - è lasciata agli utenti la possibilità di commentare anche se il Gruppo Comunicazione può decidere di disattivare i commenti su uno o più post nei vari social network in relazione all’andamento degli stessi o alla particolarità dell’argomento trattato. In ogni caso la pubblicazione di contenuti e/o commenti sulle pagine dei social network è sottoposta a procedura di moderazione (preventiva o posteriore) da parte del Gruppo Comunicazione. Potranno essere segnalati e bloccati gli utenti che non rispettano il disciplinare».
Il buon senso
E qui ci ricolleghiamo ai “16 comandamenti”, alcuni dei quali sono semplicemente delle regole di buon senso, come il divieto di condividere materiale a sfondo sessuale. In una Nazione sempre in campagna elettorale, viene poi espresso il divieto di «utilizzo delle pagine istituzionali come mezzo per pubblicizzare un partito o un esponente politico». Bandite, inoltre «le apologie di ideologie politiche, religiose, o qualsiasi enfatizzazione di superiorità di una razza, etnia, nazionalità, regione, ideologia o credo religioso». Secondo la giunta Piergallini, «i social network possono e devono diventare una risorsa d’importanza strategica per il miglioramento dei rapporti tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione».
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