Da 30 anni invocano il Parco Marino, adesso i promotori lanciano la petizione: ecco come aderire

I membri dell'associaizone
I membri dell'associaizone
di Luigina Pezzoli
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Sabato 12 Marzo 2022, 09:45

GROTTAMMARE - «Basta aspettare, chiediamo agli organi competenti l’istituzione del Parco Marino del Piceno» è quanto reclamano, attraverso una petizione popolare, i membri l’associazione promotori del Parco Marino del Piceno. 


Ieri mattina nella sala Consiliare del Comune di Grottammare, una delegazione dell’associazione rappresentativa delle varie realtà dell’associazionismo, della ricerca, della pesca, dell’università, del turismo che sono al lavoro per poter cogliere le opportunità connesse a questo progetto, ha illustrato il testo della petizione ribadendo le ragioni che dovrebbero indurre i cittadini a sottoscriverla. «Alla luce dei positivi riscontri registrati nel percorso di informazione e sensibilizzazione avviata da tempo dalla nostra associazione per l’istituzione del Parco Marino del Piceno – spiega il portavoce Massimo Rossi - la cui richiesta è già stata formalizzata dal Ministero per la transizione ecologica e dai sindaci delle località costiere interessate, abbiamo deciso di dare vita a una petizione popolare nazionale. Lo scopo è allargare la partecipazione a questo progetto di salvaguardia della biodiversità marina e di transizione ecologica della nostra economia e rendere evidente il consenso che esso gode nell’opinione pubblica, oltre che nelle realtà socio economiche». 


L’idea di istituire un’area marina protetta nasce alla fine degli anni Ottanta quando una forte presenza di mucillagini ebbe un impatto negativo sul sistema economico, favorendo una presa di coscienza riguardo la necessità di salvaguardare l’ambiente marino.

Il progetto riguarda il tratto costiero, ricco di biodiversità delle provincie di Ascoli e di Fermo, lungo 26 Km che va da Marina di Altidona sino alla foce del fiume Tronto, per un’estensione di tre miglia marine.

«Sono sette i Comuni coinvolti nel progetto del Parco Marino del Piceno, da Altidona a San Benedetto del Tronto, che hanno manifestato in modo formale la loro volontà di mettersi in gioco in questa sfida per la riqualificazione ambientale ed economica del territorio - conclude Rossi – Oggi sappiamo che l’equilibrio naturale del mare è messo in discussione tra cambiamenti climatici e uno sforzo di pesca non regolamentato. In questo modo rischiamo di perdere questa fonte di benessere. Questo iter si è fermato nel 2010 per una crisi finanziaria, oggi c’è una nuova consapevolezza che coinvolge anche le istituzioni sovranazionali: entro il 2030 bisogna arrivare ad una protezione dei mari pari al 30 per cento, oggi siamo sotto il 10 per cento. Le aree marine protette sono ritenute l’unica modalità per salvaguardare la biodiversità. Quest’area del resto è prevista da una legge del 1991, nelle Marche ne sono previste due, l’altra riguarda la zona del Conero, mentre quella di Torre del Cerrano è già presente». 


A ribadire l’efficacia di questo progetto, anche il professor Francesco Palermo docente Unicam dall’unità didattica di San Benedetto che sottolinea: «L’Università crede molto in questa iniziativa, i dati dimostrano la sua validità. Siamo convinti e metteremo a disposizione le competenze Unicam da un punto di vista tecnico e scientifico». Elvio Mazzafugo operatore della piccola pesca aggiunge: «Il Parco Marino è un seme e le generazioni future godranno dei suoi frutti. Attualmente con la piccola pesca si guadagna poco, tanto è vero che non c’è ricambio generazionale. Ma con l’area protetta si potranno creare nuovi posti di lavoro, anche per le donne».

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