GROTTAMMARE - Rifiuti sugli arenili, il maltempo carica il bilancio comunale di nuovi costi. La spesa media degli ultimi cinque anni è di 18mila euro extra contratto. I recenti eventi atmosferici verificatisi sulle coste marchigiane, hanno provocato lo spiaggiamento e l’accumulo sugli arenili di rilevanti detriti portati dalle mareggiate, hanno richiesto l’attivazione di una serie di servizi aggiuntivi, previsti ma non operativi nel contratto in essere con la Picenambiente spa, stipulato a luglio 2013, per la durata di 15 anni.
«E’ una manutenzione, quella delle spiagge anche nei periodi invernali, che richiede un lavoro certosino – precisa il consigliere delegato alle manutenzioni del Comune di Grottammare, Bruno Talamonti - Al di là di questi costi, c’è ancora molto altro lavoro, effettuato sia dalle maestranze interne che ricorrendo a operatori e mezzi esterni, e quindi altre spese dirette e indirette variabili tra i 10 e i 15mila euro annui».
Anno fortunato il 2019 con zero “spiaggiati” e quindi zero costi per l’ente, ma non è stato altrettanto benevolo l’anno 2018, con 695,58 tonnellate di rifiuti raccolti in spiaggia per 48.690 euro, più Iva di esborso. La lista continua con numeri a tre cifre che hanno generato costi straordinari, oltre Iva, per 21.470 euro nel 2017 quando si sono registrate 306,72 tonnellate di rifiuti, 17.454 euro nel 2016 con 249,35 tonnellate e 17.257 euro nel 2015 con 246,54 tonnellate. Come noto, il costo dei servizi ambientali è interamente coperto dalla Tari. Il materiale spiaggiato, trasportato sulla costa dal moto ondoso, dalle correnti e dai venti, può avere origine antropica o naturale.
Per l’Ispra, Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale, sulla base di un monitoraggio di numerosi enti di ricerca, gran parte dei rifiuti raggiunge il mare attraverso numerosi piccoli fiumi, torrenti e deflussi superficiali, che passano per aree densamente popolate.