GROTTAMMARE - Un dispiegamento di forze composto da carabinieri, forestali, Asur, nucleo tutela del lavoro e Arpam, ha dato vita ad un doppio blitz avvenuto nei giorni scorsi a Grottammare e che scaturirà in tutta una serie di provvedimenti nei confronti di alcuni imprenditori cinesi che operano sul territorio. Doppio perché le forze dell’ordine e i tecnici si sono concentrati sia sulle abitazioni di alcuni dei responsabili di un’azienda e poi sull’azienda stessa. Indagavano sugli sversamenti di cianuro che avevano causato morie di pesci nel fiume Tesino.
Tutto è avvenuto sulle due sponde della Valtesino.
Il controllo
Il controllo è scattato in seguito alla rilevazione, da parte dell’Arpam, di alcune sostanze inquinanti, cianuri per la precisione, che vengono considerate la causa della moria di pesci che si verificò all’altezza della foce del fiume all’inizio dello scorso mese di ottobre e che fece subito scattare una serie di complicate indagini che hanno portato tecnici e carabinieri fino all’area dello stabilimento in questione. Le rilevazioni avevano però evidenziato un valore di cianuri presente nell’acqua al di sotto dei limiti di legge anche se le ipotesi degli addetti ai lavori sono che alcune ore prima, quando si è verificato l’avvelenamento dei pesci, i valori potessero essere di molto superiori. Così negli ultimi giorni sono scattati i controlli la cui finalità era proprio quella di appurare quali sostanze venissero effettivamente utilizzate dallo stabilimento in questione e come venissero smaltite. A quanto si apprende, ma gli investigatori sono ancora al lavoro, sarebbero emerse diverse irregolarità che dovrebbero portare, già dai primi giorni della settimana entrante, ad una serie di sanzioni e provvedimenti nei confronti dello stabilimento controllato dalle forze dell’ordine. Di tutta la vicenda è interessato ovviamente anche il comune di Grottammare che è una delle parti lese di tutta questa situazione.
Il danno
Il danno ambientale di ottobre vide intervenire, in prima battuta, anche il consigliere delegato alla protezione civile Bruno Talamonti a supporto dei carabinieri forestali che hanno lavorato per settimane, insieme ai tecnici dell’Arpam , per ricostruire il percorso dei veleni che crearono quella situazione.