Green pass bocciato dai ristoratori ascolani: «Tocca sempre a noi, poi è poco elegante chiederlo ai clienti all'ingresso»

Green pass bocciato dai ristoratori di Ascoli
Green pass bocciato dai ristoratori di Ascoli
di Cristiano Pietropaolo
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Venerdì 16 Luglio 2021, 07:00

ASCOLI - Tiene banco la discussione relativa al green pass che il Governo vorrebbe utilizzare per permettere l’accesso ai locali pubblici quali bar e ristoranti ma anche per assistere a concerti, spettacoli teatrali e cinematografici e per andare in palestra. L’opinione pubblica si è già divisa tra chi si mostra favorevole, evidenziandone i vantaggi in fatto di protezione degli ambienti ricreativi, e chi è contrario e sostiene che il possesso o meno del green pass possa avere un effetto di tipo discriminatorio.

«Si può fare tutto, ma ogni tanto c’è una nuova cosa.

Il green pass è una limitazione ad ogni tipo di libertà. Non sono d’accordo perché c’è una continua limitazione di ogni aspetto - commenta Giacomo Sacripanti, titolare del ristorante Il Capriccio degli Dei. - La salute è sovrana: i contagi sono in aumento, ma gli ospedali sono vuoti. Si cerca di gestire la libertà come si può: sia i gestori che i clienti si tutelano da soli, ma non che per ogni cosa ci sia una nuova legge per limitare i comportamenti delle persone. È un’esagerazione. L’alternativa è a monte: chi viene da fuori fa il tampone ed esami specifici per entrare in Italia».


Una follia
«Credo che questa sia una follia. La nostra categoria è stata ampiamente penalizzata durante tutta la pandemia e aggiungere nuove restrizioni è pazzesco - sottolinea Primo Valenti di Lorenz Cafè. - Credo che dovremo convivere con la pandemia e stare attenti, ma mettere ulteriori restrizioni per i pubblici esercizi. Ci sono già delle norme da seguire come la mascherina e il distanziamento per i locali al chiuso, mentre all’esterno è più difficile contagiarsi. L’alternativa è quella di stare attenti. Ormai siamo informatissimi su questa malattia e bisogna puntare alla responsabilità di ognuno. Se ci sono dei problemi sul distanziamento dei tavoli noi interveniamo, ma terrorizzare così la gente è ancora peggio». 


«Secondo me non è fattibile. Per noi il green pass è penalizzante e chiederlo ad ogni persona non sembra nemmeno un grande gesto. Siamo stati penalizzati molto e non penso questa sia una buona idea - spiega Giuliano Bachetti de La Locandiera - Nei ristoranti la sicurezza c’è, con le norme del distanziamento che ci sono e non serve aggiungere ulteriori aspetti. Più di questo non possiamo fare, ma il problema non sono i ristoranti, anzi, forse i nostri sono i posti più sicuri. Si parla tanto poi si creano assembramenti come successo dopo la vittoria della Nazionale». 


Altre opzioni
David Vitelli, titolare di Mister Ok aggiunge che «di questa pandemia non c’è stato niente di bello e il green pass non è certo uno dei problemi. Se ci facessero lavorare con il green pass, ben venga: ognuno può fare come vuole. Già adesso per i matrimoni dobbiamo utilizzarli, magari ci potrebbe anche essere un green pass familiare; bisogna valutare anche altre opzioni simili. Con il pass saremo più tranquilli, senza controllare anche altri aspetti». 


Il coprifuoco
«Credo che dopo la Quintana, le proiezioni della partita sui maxischermi nelle piazze con tante persone ammassate, adesso si chiede il green pass nei locali che già rispettano le regole da tempo. Il problema non è qui, ma sul fatto che la politica concede il permesso dove fa comodo e per una questione di consensi elettorali - sottolinea Paride Vagnoni di Boccascena e Il Desco. - Basterebbe evitare le problematiche di assembramento mettendo il coprifuoco all’una e abbiamo risolto il problema. Dove sta scritto che c’è bisogno del green pass?. Ci hanno imposto delle regole e noi le rispettiamo ma se tutto diventa una massificazione, è chiaro che ognuno tira l’acqua al suo mulino. Durante la finale degli Europei una marea di ragazzi beveva dallo stesso bicchiere e stavano assembrati: di questo la colpa non è dei locali. Perché penalizzare sempre le stesse categorie? Ci siamo vaccinati contro il vaiolo, la poliomielite e ogni anno contro l’influenza e nessuno ha mai fiatato. Adesso molti hanno qualcosa da contestare, dicendo che il vaccino è veleno. Io penso che debba diventare obbligatorio».

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