"Vivo azzurro", due marchigiani alla finale di Wembley. Ecco come sono riusciti a vedere le più grandi gare della Nazionale

I due fratelli di Ascoli a Wembley in occasione della finale del Campionato europeo di calcio
I due fratelli di Ascoli a Wembley in occasione della finale del Campionato europeo di calcio
di Pierfrancesco Simoni
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Mercoledì 14 Luglio 2021, 10:56 - Ultimo aggiornamento: 11:33

ASCOLI - Veni, vidi, vici. E' ciò che possono dire i circa 450 tifosi italiani che hanno acquistato il pacchetto messo a disposizione dalla Figc per seguire la finale del campionato europeo di calcio. Dodici ore tutto compreso, inclusa l'estrema goduria in terra d'Albione, per assistere al successo degli azzurri di Mancini sui sedicenti “maestri” del football. Un extra non garantito, ma graditissimo. Nel drappello partito dalla penisola anche i fratelli Edoardo e Stefano Cappelli insieme alla loro inseparabile bandiera tricolore con la scritta “Ascoli” ed il logo dell'Arengo.

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Un vessillo inquadrato domenica sera dalle telecamere Rai. Non è la prima volta che accade. Quel tricolore circola negli stadi e nei palazzetti dello sport di tutto il mondo dalle Olimpiadi di Barcellona del 1992. «E' stata una emozione forte – racconta Stefano – per certi versi diversa da quella che abbiamo vissuto altre volte. Vincere in casa di chi ti ospita è forse più eccitante. Una sensazione che non sono riuscito a provare nel 2006 a Dortmund nella semifinale dei Mondiali contro i padroni di casa della Germania».

I fratelli Cappelli spiegano come è avvenuto il blitz: «Abbiamo acquistato il pacchetto messo a disposizione dalla Federazione che comprendeva viaggio aereo di andata e ritorno, trasferimento dall'aeroporto a Wembley e viceversa e la possibilità di acquistare il biglietto a prezzi stracciati. Erano mille disponibili, ma ne hanno piazzati meno della metà».

Una trasferta rapida e senza intoppi: «Forse troppo - rivela ancora Stefano - visto che non ho avuto modo di acquistare qualche gadget. Momenti di tensione? Per noi nessuno. Né all'ingresso, né all'uscita. All'intervallo qualcuno ha cercato di forzare il cordone di sicurezza per entrare, ma per il resto tutto tranquillo. Nessun contatto con i tifosi inglesi. Ora dovremo stare per 48 ore in isolamento e poi sottoporci a tampone».

Stefano ed Edoardo Cappelli sono abituati a seguire gli azzurri. Mondiali, Europei oppure Olimpiadi, in qualsiasi continente, non fa differenza: il loro tricolore sventola ovunque. Sono soci di “Vivo Azzurro”, un'associazione di tifosi che segue gli atleti italiani in ogni angolo del pianeta. «Abbiamo assistito alle finali mondiali di Usa '94 e Berlino 2006 – ricorda Stefano – e a quelle degli Europei del 2000 contro la Francia, ma anche alla storica semifinale con l'Olanda».

Edoardo era sugli spalti di tutte le Olimpiadi dal 1992 a 2016, praticamente in ogni continente meno che in Africa che non ha mai ospitato i Giochi a cinque cerchi: Barcellona, Atlanta, Sidney, Atene, Pechino, Londra e Rio de Janeiro.

«Le finali di Berlino e di Wembley – racconta Edoardo – rappresentano i miei ricordi più belli legati al calcio perché abbiamo sollevato la Coppa. Riguardo ai Giochi, ricordo l'interminabile finale di pallanuoto del 1992 contro i padroni di casa della Spagna. La vincemmo al terzo supplementare. Avevo 16 anni e mio papà trepidava perché rischiavamo di perdere il treno che ci avrebbe riportato a casa. Tra le emozioni più grandi il successo del nuotatore Rosolino a Sydney 2000, lo show di Bolt a Pechino 2008 (successo e primato mondiale nei 100 e nei 200 metri, ndr) e l'oro dello sciabolatore azzurro Montano ad Atene 2004».

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