AstraZeneca, vaccini del lotto ritirato in Piemonte somministrati giovedì e venerdì nel Piceno

Le vaccinazione ad Ascoli ora si svolgono al palas di Monticelli
Le vaccinazione ad Ascoli ora si svolgono al palas di Monticelli
di Luigi Miozzi
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Lunedì 15 Marzo 2021, 03:45

ASCOLI - Il punto vaccinale allestito alla Casa della gioventù al Pennile di Sotto non verrà smantellato. Rimarrà pronto nel caso in cui, così come annunciato dal commissario straordinario Figliuolo, si dovrà procedere con maggior speditezza.

L’Asur sta valutando proprio in queste ore l’eventualità di mettere a disposizione la struttura di Largo Strulli ai medici di base che da questa mattina inizieranno a somministrare le dosi (over 80, agenti delle forze dell’ordine, personale scolastico) dopo aver sottoscritto nei giorni scorsi la convenzione con la Regione Marche. Ma il problema più grande, in questo momento, è rappresentato dai pochi vaccini a disposizione. 


Le forniture
Se le forniture del siero messo a punto dalla Pfizer o quello preparato da Moderna , nell’arco di qualche giorno, non dovessero riprendere con maggiore intensità, è inevitabile che la campagna vaccinale subisca un rallentamento. Anche perchè sono comunque in tanti quelli che in questo momento, dopo i ritiri dei lotti prodotti da AstraZeneca da parte dell’Aifa in attesa di conoscere se ci siano delle correlazioni tra i decessi riscontrati nei giorni scorsi con l’inoculazione dei vaccini, sono in tanti quelli che rifiutano di vaccinarsi. Tanto più che è emerso che anche le dosi appartenenti al secondo lotto ritirato in Piemonte è stato somministrato nei giorni scorsi ad Ascoli, soprattutto al personale scolastico.

La discesa in campo dei medici di base avrebbe bisogno anche di un numero congruo di dosi a disposizione dal momento che in questa prima fase ciascun medico avrà a disposizione una quindicina di dosi alla settimana (10 AstraZeneca e 5/6 Pfizer) che all’inizio verranno destinati ai pazienti affetti da patologie per le quali hanno bisogno di assistenza domiciliare, quindi si procederà con i soggetti fragili e di seguito con gli anziani sopra a settant’anni.

Intanto ieri si sono registrati due decessi: un ottantenne di San Benedetto e una donna di 89 anni di Montalto Marche. Quasi duecento i contagiati ad Ascoli, il doppio a San Benedetto mentre l’unico Comune della provincia Covid free è Arquata. Intanto, prosegue la campagna vaccinale per gli over ottanta alla palestra di Monticelli ma non si placano le polemiche.

 
Il cambio di passo
A chiedere un deciso cambio di passo è Francesco Ameli, capogruppo del Pd in consiglio comunale, che evidenzia quelle che ritiene essere delle criticità della campagna vaccinale adottata nel Piceno. «La gestione dei vaccini over 80 nelle Marche è allarmante ed è necessario che la nostra Regione si adegui subito al piano vaccini del Governo - sostiene Ameli -. Dopo il caos dei numeri delle forniture, ad oggi, non sono più garantite le prime dosi di Pfizer e Moderna ma solo il richiamo per quest’ultime: ciò ha comportato il fatto di poter inoculare solo l’AstraZeneca anche per gli over 80. Molti anziani che presentano patologie non compatibili per questo vaccino, hanno preferito tornare a casa e altri non si sono presentati né si recheranno al punto vaccinale. Oltre al danno, la beffa perché la cosa più grave è che nessuno degli anziani o dei loro familiari sia stato avvisato del disguido della mancanza del vaccino ma ne sia stato messo a conoscenza solo una volta arrivati al punto vaccinale».

Il consigliere Democrat, poi, rincara la dose puntando il dito inquisitore verso il governatore Acquaroli e la sua giunta. «Ma da Ancona pensano davvero che a persone di 90 anni si possa dire della mancanza del vaccino solo una volta arrivati al punto di vaccinazione? - attacca Ameli -. Davvero quelli che dovevano far diventare grande il Piceno pensano di dimenticare così i cittadini più deboli? Non ci sono notizie sulle vaccinazioni di gran parte dei pazienti fragili, disabili e over 80 non deambulanti. Purtroppo siamo una regione in crisi dal punto di vista della direzione politica sanitaria e lo dimostrano anche le voci riportate dai giornali di un possibile aiuto diretto del Governo per la gestione di tracciamento e vaccini». 


La protesta
Infine ieri mattina alla rotonda di San benedetto una ventina di genitori ha manifestato contro la chiusura delle scuole a causa dell’emergenza sanitaria. «La didattica a distanza - hanno detto - non è sufficiente perchè incide in negativo sulla formazione dei nostri figli».

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