Vaccinazioni caos: anziani due volte in coda per tornare a casa perchè le dosi Pfizer sono finite. Segnalazioni ai carabinieri

La fila degli anziani ieri al palas di Monticelli per la vaccinazione
La fila degli anziani ieri al palas di Monticelli per la vaccinazione
di Luigi Miozzi
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Domenica 14 Marzo 2021, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 10:33

ASCOLI - Non sono mancate lamentele, polemiche e anche qualche attimo di tensione ieri mattina all’apertura del nuovo punto vaccinale allestito nella palestra di Monticelli. Tra coloro che si erano presentati per poter fare i richiami e chi aspettava di poter farsi inoculare la prima dose del siero, si erano create delle lunghe file e qualche assembramento di persone anziane che aspettavano il proprio turno e degli accompagnatori di gran parte di loro.

 
I carabinieri
C’è stato anche chi, ritenendo la situazione insostenibile, ha richiesto l’intervento dei carabinieri ma fortunatamente in breve tempo la situazione è andata via via normalizzandosi. Grazie anche alla buona volontà e alla disponibilità degli operatori che hanno creato le condizioni affinchè tutto si svolgesse con maggiore fluidità. Si è proceduto, innanzitutto a predisporre percorsi differenti per chi doveva fare i richiami e chi invece si vaccinava per la prima volta. Con l’allestimento della palestra a nuovo punto vaccinale, sono state predisposte fino a dieci postazioni contro le tre che invece erano state allestite alla Casa della gioventù. Così facendo, si potrà procedere con maggiore speditezza nella campagna vaccinale, tanto che già adesso si riescono a somministrare quasi 400 dosi al giorno in ciascuno dei due punti vaccinali del Piceno di Ascoli e San Benedetto. Di queste circa 190 sono i richiami e 180 le prime inoculazioni ma il numero è destinato a salire anche a seguito dell’accordo raggiunto con i medici di base. Il problema, in questo momento, è rappresentato dalla disponibilità dei vaccini. Nel prossime settimane è previsto un deciso incremento nelle consegne delle fiale anche del vaccino Pfizer che al momento viene somministrato solo a chi ha già fatto la prima dose. 


Le attese
Per tutti gli altri invece, anche per gli ultra ottantenni è prevista l’inoculazione del vaccino AstraZeneca.

Solo nella mattinata di venerdì sono state utilizzate alcune fiale residuali del vaccino prodotto dall’azienda farmaceutica Moderna. Ma questo ha determinato un lungo periodo di attesa, anche di alcune ore, per gli anziani che comunque sono chiamati a fare l’accettazione, anche coloro che pur essendo afflitti da patologie che non consentono la somministrazione del vaccino AstraZeneca, hanno dovuto fare poi un’ulteriore fila per riprogrammare la vaccinazione. C’è anche chi, dopo la sospensione del lotto ritirato dall’Agenzia italiana del farmaco ha deciso di rinunciare alla vaccinazione: si tratta di circa un 20% le cui vaccinazioni verranno ricalendarizzate nelle prossime settimane. Qualche anziano, poi, ha chiesto di poter aspettare il vaccino Pfizer poichè intimorito dagli effetti collaterali dell’AstraZeneca che in alcune circostanze potrebbe dare febbre alta. Ebbene, con l’entrata in vigore da domani della zona rossa, in molti hanno manifestato la preoccupazione che qualora dovessero ammalarsi, sarebbe maggiormente difficile poter ricevere assistenza. 


La visita
Nel frattempo, ieri mattina gli assessori regionali Guido Castelli e Francesco Baldelli, accompagnati dai vertici Asur e dall’onorevole Albano, hanno visitato gli ospedali Mazzoni e Madonna del Soccorso ed hanno annunciato che arriveranno presto nuovi finanziamenti per rinforzare le due strutture, dal momento che è stato ribadito l’accantonamento definitivo di realizzare l’ospedale unico di Vallata. «Questo è solo uno dei passi necessari per portare risultati concreti in merito al piano di riordino della rete ospedaliera – spiega Castelli -. Ciò presuppone un’attenzione sia verso la situazione attuale delle infrastrutture, sia per la programmazione futura, tenendo bene a mente che tutto non verrà deciso facendo calare le decisioni dall’alto, bensì sarà messo al centro l’ascolto del territorio, dei suoi amministratori e professionisti».

Spazio, dunque, ad una nuova strategia comune, basata sulla collaborazione fra le due realtà sanitarie: «Ci stiamo già muovendo per finanziamenti importanti. Il primo – annuncia Baldelli –consiste in fondi per la rimozione dell’amianto di entrambi gli ospedali. La nostra intenzione è quella di seguire un percorso di rafforzamento delle attuali infrastrutture, perseguendo non un modello di razionalizzazione dell’offerta della salute, bensì quello di una complementarietà degli ospedali esistenti, un’integrazione reale, intelligente e funzionale agli interessi del cittadino». «Per far crescere la sanità nel Piceno –  ha concluso Castelli - Ascoli e San Benedetto devono cooperare, non fare come i come i capponi di Renzo che si beccavano mentre andavano al macello». 

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