Due medici di base nel mirino del Nas per i Green pass falsificati. L'indagine è scattata dopo le segnalazioni dell'Asur

I carabinieri controllano un Green pass
I carabinieri controllano un Green pass
di Mario Paci
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Domenica 21 Novembre 2021, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 08:28

ASCOLI - Due medici di base, uno dell’Ascolano e uno di San Benedetto del Tronto sono finiti al centro di un’indagine condotta dal Nas per avere rilasciato presunti Green pass falsi. Il caso scottante è emerso a seguito di alcune verifiche interne all’azienda sanitaria regionale. Non è sfuggito ai controlli, infatti, che pochi mesi fa, i due medici di base avrebbero richiesto un numero maggiore di vaccini rispetto ai reali assistiti con tanto di rilascio di certificato verde. I casi sotto la lente sono un centinaio.

 
La procedura anomala
Una procedura anomala che non è passata inosservata ed è stata subito segnalata ai carabinieri del Nas che hanno avviato immediatamente indagini riservate.

Non convince infatti la richiesta eccessiva di vaccini e ora i due medici di base saranno probabilmente chiamati a dimostrare la correttezza della procedura. Non convince la tesi che potrebbero avere eseguito solo più vaccini del previsto. O almeno è questo il pensiero degli investigatori.

D’altronde con l’introduzione all’orizzonte del Green pass rafforzato da parte del governo per contenere l’aumento dei contagi si può capire bene quanto sia prezioso per un No vax usufruire della certificazione verde per accedere a servizi e posti. Non solo ad Ascoli ma anche in altre zone d’Italia sono in corso indagini parallele della magistratura su migliaia di Green pass, apparentemente autentici, disponibili on line in una nota piattaforma di file sharing e scaricabili da chiunque, con il serio rischio che possano essere manipolati o commercializzati.

Considerata la gravità e la pericolosità di questa illecita diffusione di dati personali particolarmente delicati, il Garante per la protezione dei dati personali ha avviato d’urgenza un’indagine per accertare le modalità con le quali questi dati siano finiti in rete. Chi falsifica la certificazione verde rischia di incorrere nel reato di falsità materiale. La pena per la falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative prevede la reclusione da sei mesi a tre anni. 

L’hub
A fronte di chi intende aggirare la legge c’è chi invece vuole sottoporsi il prima possibile alla dose di vaccino per evitare il Covid e ottenere la certificazione (o proroga) verde. Da domani anche gli over 40 potranno vaccinarsi e ciò comporterà nelle prossime settimane un afflusso di utenti al centro vaccinale. Hub che l’Area vasta 5 ha deciso di riportare all’Auditorium della Gioventù a Pennile di Sotto come avvenne all’inizio della profilassi. Le postazioni sono adeguate all’afflusso di utenti ma in caso di aumento di richieste potrebbe essere installato un maxi tendone all’esterno della struttura.

I vaccini rappresentano una difesa ma per coloro che hanno contratto il virus c’è anche la terapia monoclonale. All’ospedale Mazzoni ad oggi sono stati trattati 110 pazienti grazie all’intensa collaborazione esistente tra medici di medicina generale, Usca e referenti ospedalieri ed è stato predisposto un ambulatorio dedicato dove quotidianamente dal lunedì al venerdì vengono trattati i pazienti a rischio e l’attività è stata notevolmente intensificata nell’ultimo mese in risposta al crescente numero di pazienti positivi.

Questa risposta terapeutica (che non sostituisce assolutamente il ruolo determinante dei vaccini) sta permettendo di contenere il numero di accessi in Pronto Soccorso ed in Rianimazione. Attualmente infatti il numero di pazienti gravi che richiedono ospedalizzazione è notevolmente ridotto se confrontato con i numeri di un anno fa. 

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