Covid, in un anno le morti ad Ascoli sono aumentate del 14%. Crolla il numero delle nascite

Piazza Arringo e la sede del Comune di Ascoli
Piazza Arringo e la sede del Comune di Ascoli
di Filippo Ferretti
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Lunedì 22 Marzo 2021, 02:45

ASCOLI - Non c’è solo la fuga da Ascoli dei residenti verso altre città a determinarne il calo di iscritti all’anagrafe.

L’ultima relazione fornita dall’Istat, successiva alla perdita progressiva di abitanti del capoluogo che ha portato alla fine del 2020 Ascoli a essere superata da San Benedetto (46.800 abitanti nelle Cento Torri e 47.493 abitanti nella cittadina rivierasca) indica che la diminuzione di residenti dipende anche dall’evidente aumento dei morti e alla diminuzione delle nascite.

Si tratta di una tendenza iniziata da anni e ormai progressiva nel tempo che però ha visto il suo acme, in particolare, con le morti registrate nell’ultimo anno. 


I decessi
Per capirlo diamo uno sguardo ai dati di coloro che sono scomparsi nel 2020, pari a 705 persone. Erano stati 620 gli scomparsi l’anno precedente. Andando indietro nel tempo notiamo che le morti ascolane risultavano essere 526 nell’anno 2002 e 568 nel 2009, sino ad aumentare sino a raggiungere le 583 nel 2014. Un trend costante ma che è apparso assolutamente più vistoso negli ultimi 12 mesi. A spiegare questa impennata è certamente la consapevolezza dell’altissimo numero di anziani in città, la cui incidenza li vede anche più esposti e vulnerabili davanti alla recente pandemia. Gli indici demografici indicano che la fascia dei 65enni, pari a 13.484 unità, risulta attualmente essere il triplo di quella dai zero ai 14 anni. Si tratta di un numero che cresce da molti anni, considerando che nel 2002 gli esponenti della terza età risultavano essere 11.209, mentre nel 2009 erano pari a 12.674 unità. 

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Gli indicatori
Analizzando gli indicatori demografici di Ascoli si evince che la struttura per età della popolazione viene considerata attraverso tre fasce di età: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani over 65. In base alle diverse fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana. Lo studio di tali rapporti è importante per valutare gli impatti sul sistema sociale, ad esempio su quello lavorativo o sanitario. In quest’ultimo ambito ad esempio, si andrebbe a spiegare la fragilità della salute di un così numero elevato di persone in tempo di Covid 19. Perchè inequivocabilmente Ascoli risulta essere una città anziana, confermato nel 2020 dall’indice di vecchiaia, pari a 275,6 anziani ogni 100 giovani. Un dato che incide pesantemente anche sull’indice di ricambio della popolazione attiva, che nella nostra città vede essere oggi pari a 167,9 e che conferma che anche in età lavorativa la popolazione ascolana è molto anziana. 


L’emigrazione
A non aiutare il complesso quadro demografico delle Cento Torri, oltre alla tendenza che vede i giovani emigrare in altre città è il sempre minore numero di nascite. Per rendersi conto di questo triste fenomeno basta pensare che i neonati erano 349 nel 2009, passati poi ad essere 344 nel 2014 e oggi solo 243 unità. Un quadro che deve necessariamente fare riflettere essere rivisto, allo scopo di ringiovanire una città che altrimenti rischia di spegnersi.


Le politiche giovanili
Come fare? Ad esempio cercando di abbassare il prezzo degli affitti degli appartamenti che specie in centro storico, nonostante la crisi legata anche alla pandemia, continuano ad essere esorbitanti, oltre ad aumentare i servizi per le giovani coppie (asili nido e altre agevolazioni).

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