I medici di famiglia: «Ok tamponi rapidi Covid ma non nei nostri piccoli ambulatori, vanno fatti in strutture sicure»

I medici di famiglia: «Ok tamponi rapidi Covid ma non nei nostri piccoli ambulatori, vanno fatti in strutture sicure»
di Luigina Pezzoli
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Mercoledì 2 Dicembre 2020, 05:45

ASCOLI - Dopo il via libera della Regione Marche allo screening di massa per cercare di arginare il contagio e rallentare la terza ondata con i test antigenici, oltre all’auditorium della Casa della gioventù tra le strutture individuate dove poterli eseguire il direttore generale dell’Area vasta, Cesare Milani, ha chiesto al sindaco Marco Fioravanti anche la disponibilità dei locali della palestra del popoloso quartiere di Monticelli. Richiesta che verrà probabilmente accolta.

I test rapidi
Lo screening includerà anche i medici di base che potranno eseguire i tamponi rapidi. «Tutti i medici devono dare un proprio contributo, ma in una condizione di sicurezza e su base volontaria» ribadisce però Fiorella De Angelis presidente dell’Ordine dei medici xhirurghi ed odontoiatri della provincia di Ascoli dopo l’accordo siglato tra la Regione Marche e le organizzazioni sindacali della Medicina generale per l’esecuzione dei tamponi antigenici rapidi. In particolare l’intesa sottoscritta dall’ente e dalle organizzazioni prevede che i medici convenzionati integrino tra i propri compiti l’esecuzione dei tamponi antigenici mediante accesso su prenotazione e previo triage telefonico. «Siccome ci troviamo come se fossimo in guerra – prosegue la dottoressa De Angelis - chiaramente i medici non si possono rifiutare di portare avanti determinati compiti e questo sia da un punto di vista deontologico che etico. Tutti quanti devono contribuire a dare una mano per uscire da questa difficilissima situazione legata alla pandemia. Ma la cosa importante è farlo in sicurezza e in strutture adeguate perché i medici poi devono refertare». 


Le strutture adeguate
La presidente dell’Ordine dei medici provinciale sottolinea l’importanza di poter effettuare i tamponi antigenici rapidi in strutture adeguate anche per scongiurare la possibilità di eventuali contagi. «E’ molto importante – continua la dottoressa De Angelis - che anche medici in pensione si rendano disponibili, sempre su base volontaria, ad effettuare sia il tracciamento sia lo screening di massa deciso dalla Regione Marche.

Credo che mettersi a disposizione su base volontaria sia la scelta migliore, non lo è la costrizione. Ritengo che l’impegno, la dedizione, lo spirito di sacrificio che caratterizza la professione medica è ed è stato ampiamente dimostrato dal numero di medici deceduti per Covid-19». Quello siglato alla Regione Marche è un accordo integrativo regionale con i soggetti firmatari dell’accordo nazionale, Fimmg, che prevede come la medicina generale regionale, mediante l’organizzazione delle attività nell’ambito delle equipe territoriali, garantirà ai propri assistiti l’esecuzione dei tamponi antigenici rapidi, coordinandosi con i direttori di distretto dell’Asur. L’intervento della presidente provinciale dell’Ordine dei medici arriva a pochi giorni dal monito che la stessa dottoressa De Angelis lanciò relativamente a quella che essa stessa definì una «caccia alle streghe» nei confronti degli operatori sanitari riferendosi alla tendenza ad addossare su medici e infermieri la colpa delle mancanze sanitarie che invece sono imputabili non a chi opera sul campo ma alla politica.


I decessi
Ieri infine ci sono stati due morti per Covid per un totale di 100 vittime da febbraio. Un anziano di 82 anni di Grottammare e un’ascolana di 83. Ben 151 i positivi in un giorno con i posti in terapia intensiva e in sub intensiva quasi terminati.

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