Esami sierologici volontari ai turisti, l'estate sicura passa dai test

San benedetto, esami sierologici volontari ai turisti, l'estate sicura passa dai test
San benedetto, esami sierologici volontari ai turisti, l'estate sicura passa dai test
di Laura Ripani
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Domenica 17 Maggio 2020, 07:45

SAN BENEDETTO - La voglia e la necessità di riabbracciare - sebbene a distanza - i turisti è tanta ma ancora più forte è il desiderio di preservare una relativa immunità al virus che può essere un ulteriore volano per la promozione turistica. Tra amore e timore, insomma, il Piceno si appresta a riaprire le porte ai vacanzieri, il 29 a quelli marchigiani, dal 3 giugno a tutti gli altri, studiando il massimo delle precauzioni possibili.

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Uno strumento ulteriore a quelli raccomandati dall’Oms può essere il test sierologico, una sorta di foglio rosa che non garantisce la salute ma aiuta a evitare che gli infetti possano esportare la malattia. Un test benedetto anche dal presidente dell’Assoalbergatori di San Benedetto Gaetano De Panicis che i sindaci delle principali città turistiche sono pronti a sottoscrivere, facendo anche una certa pressione sulle autorità regionali perché se ne servano.
 
Il sindaco di san Benedetto Pasqualino Piunti ne rivendica, peraltro, il primato. «Sono stato io a chiederlo - dice - quando sono stato intervistato dalle Tv nazionali - e ne ho già parlato con il manager dell’Area Vasta Cesare Milani che spero voglia proseguire su questa strada. La vacanza in tranquillità per assicurare ai nostri turisti momenti di relax può essere garantita se vorranno sottoporsi, ovviamente in maniera volontaria, al test ma dovrà essere appunto l’Asur a gestire la faccenda perché peraltro non tutti i test sono attendibili allo stesso modo». Il nodo irrisolto resta però quando farlo. Se, infatti, il turista che arriva in Riviera si dovesse sottoporre all’esame quando è già sul posto potenzialmente potrebbe essere già entrato in contatto con altri clienti dell’hotel e dello chalet o con il personale. Quindi si dovrebbe fare in modo che questi esami siano realizzati a domicilio ma anche in questo caso nessuno potrebbe scongiurare che nei giorni prima dell’arrivo o durante il viaggio, ad esempio negli autogrill, ci si possa infettare. E ancora, come fa notare il sindaco di Grottammare Enrico Piergallini «al di là del fatto che non si può costringere nessuno, anche nella stanza digitale che abbiamo allestito con i nostri operatori è emerso questo strumento, favorevolmente accettato. Bisogna però fare in modo che il turista lo percepisca come un servizio in più, magari gratuito che la struttura ricettiva o la città potrebbero proporre, mai imporre. Diversa è invece la questione che riguarda i lavoratori. A costoro si può applicare il termoscanner anche perché lo consente la legge. Per il turista no, non si può usare la costrizione o, peggio, il pre requisito. Anche perché non c’è alcuna normativa che lo impone e ». Tra l’altro potrebbe essere addirittura controproducente se chi arriva con la “patente” di immunità” riparta infetto: potrebbe dimostrare di aver contratto la malattia proprio in vacanza: Assolutamente favorevole è anche Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno. «Sono abbastanza favorevole a valutare l’opportunità di far fare i test sierologici da chi arriva dal Nord: sono per sollecitare su questa direzione». 
L’apertura
«Ci si può ragionare» conviene anche Alessio Piersimoni, il giovane sindaco di Cupra Marittima - alla sua prima vera stagione balneare. «Innanzitutto - aggiunge bisogna stabilire quali sono quelli attendibili quindi lavorare sulla sicurezza e questo potrebbe essere una sorta di lasciapassare per lo spostamento tra le regioni.

D’altra parte, a livello europeo, noi siamo il problema, non viceversa, quindi dobbiamo dotarci di strumenti che possano far percepire il massimo della tranquillità. E questo potrebbe essere un approccio vigoroso».

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