Ascoli, gli incubi dei presidi: le mense scolastiche ed il trasporto alunni

Ascoli, gli incubi dei presidi: le mense scolastiche ed il trasporto alunni
Ascoli, gli incubi dei presidi: le mense scolastiche ed il trasporto alunni
di Luigina Pezzoli
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Domenica 28 Giugno 2020, 04:30

ASCOLI - Scuola, arrivano le nuove linee guida ma resta il problema degli spazi e del servizio trasporti. In base a questo i dirigenti scolastici valuteranno se prevedere delle turnazioni per le lezioni ed il servizio mensa: il diritto allo studio resta la priorità. «Nuove linee guida ma rimane il problema degli spazi».

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Sono le parole di Gaia Gentili dirigente Isc Ripatransone e Cupra Marittima. «Prima di aumentare l’organico per sdoppiare le classi dobbiamo capire dove inserire gli studenti: se non avremo tali spazi, previsti per distanziamento sociale, bisognerà necessariamente prevedere delle turnazioni. Inoltre in merito ai servizi mensa e trasporti rimane comunque il problema dell’impossibilità di prevedere delle turnazioni che impedirebbero il regolare svolgimento delle lezioni. Cosi come il contingentamento negli ingressi e nelle uscite. Ribadisco che se l’ingresso sicuro consiste nel garantire il distanziamento poche scuole potranno evitare i turni in presenza, cioè quelle che possono contare su edifici con numero di aule adeguate». 
 
Valentina Bellini dell’Isc Ascoli Centro d’Azeglio sottolinea come: «Tra le difficoltà organizzative c’è la creazione di spazi alternativi, che possano soddisfare garanzia di sicurezza oltre a quelle per il Covid, qui è fondamentale la collaborazione degli attori locali. Inoltre la diversificazione oraria significherebbe entrare nell’organizzazione familiare e cioè imporgli un cambiamento. Il distanziamento previsto per la tutela della salute è una sfida enorme nel sistema scolastico dove la relazione educativa passa anche attraverso il contatto fisico. Quindi è importante facilitare tutto affinché si abbassi questo rischio. È un’impresa che un dirigente scolastico non può garantire al cento per cento». Patrizia Palanca dirigente scolastica dell’Istituto d’istruzione superiore ‘Fermi-Sacconi-Ceci’ parla di uno scenario del sistema scolastico piuttosto complicato. «È difficile mediare e organizzare tra le indicazioni che arrivano dal Comitato tecnico scientifico e le disposizioni normative generali che riguardano il diritto allo studio e le leggi. Per questo è stato fatto appello all’autonomia scolastica, mai applicata per mancanza di risorse economiche e di organico». 
Il personale
Marina Marziale dirigente dell’Ipsia Guastaferro ribadisce come sia «indispensabile studiare attentamente ciò che verrà riconosciuto a livello di risorse umane e materiali: un processo lungo e complesso. Fondamentale da valutare saranno gli spazi a disposizione, il servizio trasporti e i numeri». Laura D’Ignazi dell’Isc Centro a San Benedetto parla di: «Un’ottima collaborazione con l’ufficio tecnico comunale e gli assessori Assenti e Ruggieri per trovare delle soluzioni. L’’ingegnere Cicchi ha già annunciato di voler convocare presto un ulteriore incontro con i dirigenti per fare il punto della situazione alla luce delle linee guida e del piano scuola. Sicuramente con la collaborazione di tutti si troverà la soluzione migliore per le realtà cittadine, nel rispetto delle esigenze degli alunni e delle famiglie».
Il rientro
Cristina Scacco dell’istituto Locatelli di Grottammare: «Per il rientro a settembre non prevediamo grandi difficoltà in quanto la struttura scolastica ci contraddistingue per aule molto spaziose che consentono di rispettare i distanziamenti. Nonostante il successo nella gestione della didattica a distanza, auspichiamo che a settembre si possa rientrare per consentire ai nostri allievi di vivere appieno le emozioni della vista scolastica». 
La flessibilità
Per Sabrina Vallesi dell’Istituto Fazzini Mercantini di Grottammare parla di flessibilità: «Dovremo trovare il modo di garantire sicurezza e diritto allo studio.

Riconfigurando i gruppi classe. Gruppi sostenibili non solo per distanziamento sociale ma anche di livello. Questo comporta necessariamente turni differenziati o ulteriori spazi. La comunità educante, comprese le ditte di trasporto, devo fare un lavoro di squadra. Noi, Comune, istituti scolastici dovremo individuare delle linee comuni che possano permettere a questo territorio di dare una risposta per quanto possibile univoca».

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