Ascoli, tavolini troppo vicini ai monumenti: l'Arengo ordina lo sgombro. E niente eventi in piazza

Ascoli, tavolini troppo vicini ai monumenti: l'Arengo ordina lo sgombro. E niente eventi in piazza
Ascoli, tavolini troppo vicini ai monumenti: l'Arengo ordina lo sgombro. E niente eventi in piazza
di Filippo Ferretti
3 Minuti di Lettura
Sabato 4 Luglio 2020, 03:45

ASCOLI - I primi dati relativi alle riaperture degli esercizi dopo il lockdown, con la concessione di suolo pubblico (e quindi tavolini all’aperto), sono molto positivi non solo per quanto concerne l’affluenza soprattutto in centro storico ma anche per quel che riguarda gli entusiastici giudici dei turisti italiani (purtroppo ancora pochi) in visita nelle Cento Torri. Il fascinoso connubio costituito da scorci storici e arredi urbani con materiali consoni al contesto storico in cui sono inseriti hanno contribuito a fare del centro ascolano una sorta di piccola Montmartre parigina o Trastevere romana. 



LEGGI ANCHE:
Coronavirus, altre 24 ore a "decessi zero": nelle Marche 18 giorni di fila senza morti/ Il contagio nelle regioni in tempo reale

Coronavirus e rischio assembramenti: il Comune chiude il Corso durante le funzioni religiose


Il risultato è così incoraggiante da spingere gli amministratori comunali ad investire su questo settore, a cominciare dall’urgenza di confrontarsi al più presto con i vertici della Soprintendenza delle Marche allo scopo di incentivare l’accoglienza anche d’inverno, con il ricorso ai dehors, le strutture coperte collocate fuori da bar e ristoranti. Tuttavia, in questo periodo di grandi impulso per le attività cittadine, in cui i tavoli e le sedie di luoghi di ristorazione hanno invaso in modo decisamente elegante strade, piazze, rue e cortili della città, si è creato un piccolo giallo, perché per quanto estremamente libero, le autorizzazioni comunali non consentono però a tutti gli esercenti di collocare tavolini dappertutto. 
 
L’avvertimento
Ne sa qualcosa Paride Vagnoni, ex presidente della Confesercenti, titolare di “Boccascena”, richiamato dalle autorità comunali dopo aver occupato una parte del suolo pubblico del chiostro di San Francesco con i suoi arredi. «Mi sono impegnato a pulirlo, a liberarlo dalle sporcizie e dalle presenze equivoche dagli imbrattatori ai balordi, ma mi hanno dato 10 giorni per sgombrare tutto» dichiara con amarezza l’imprenditore ascolano, certo che il colpo d’occhio ci guadagni senz’altro. Purtroppo una precisa ordinanza impedisce l’occupazione del suolo pubblico vicino ai loggiati storici da parte delle attività commerciali. Ecco spiegato perché, nonostante tante richieste da parte dei bar che operano nel salotto cittadino, non sia stato possibile da parte del Comune dare il permesso di insediarsi sotto la Loggia dei Mercanti. «Che resta un posto vuoto e privo di frequentatori, ma noi non ci andiamo per non beccare la multa» confermano alcuni commercianti della piazza, convinti che in questi mesi sarebbe stato auspicabile fare anche questo sforzo per aiutare la ripresa del commercio messo a dura prova dai mesi di lockdown. 
Le tutele
Puntuale arriva la risposta dell’assessore comunale al commercio, Nico Stallone, che con il sindaco Marco Fioravanti è talmente sensibile alla causa che quest’anno, nello stilare il programma degli eventi estivi in centro storico ha preferito individuare location alternative alle centralissime piazza del Popolo e piazza Arringo, pur di non chiudere le porte e non penalizzare le attività commerciali . «Stiamo cercando di far cambiare il provvedimento e permettere a questo scopo di coinvolgere ogni angolo storico: anche cortili, chiostri e loggiati» spiega l’assessore Stallone promettendo urgenti cambiamenti in merito, anche perché dopo l’estate inizieranno i lavori per trasformare i locali delle botteghe del Chiostro in attività legate alla ristorazione, progetto che prevede la presenza di tavoli e sedie esterne. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA