ASCOLI - L’utilizzo dei termoscanner è al centro di un acceso dibattito nelle scuole ascolane dopo l’annuncio dell’assessore comunale di Ascoli all’istruzione Monica Acciarri («stiamo vedendo di organizzare il servizio con il personale che accompagna i bambini nei pulmini e con quello della scuola)» che ha comunicato l’acquisto di questi dispositivi che, in pochi secondi, misurano la temperatura corporea. Il problema è che ancora non si sa chi debba rilevare la temperatura agli studenti. « Le linee guida del Ministero sono chiare: i termoscanner vengono utilizzati dalla scuola nel momento in cui ci sono studenti che presentano simil Covid» afferma la dirigente dell’Isc “Don Giussani" Cinzia Pettinelli .
«Noi ne abbiamo in numero a sufficienza nei nostri plessi. Quando i ragazzi vengono qui non misuriamo la temperatura. Quando ci sono situazioni di incertezza con bambini che non si sentono bene, utilizziamo i termoscanner in quella che abbiamo chiamato “la stanza dell’accoglienza”, ovvero la stanza Covid» prosegue la preside.
Gli assembramenti
«Misurare la temperatura a tutti gli alunni all’ingresso della scuola rallenta tutto, crea pericolosi assembramenti, fa iniziare tardi le lezioni e fa perdere del tempo in un periodo in cui dobbiamo recuperare molto dopo la didattica a distanza. Significa anche deresponsabilizzare le famiglie ma invece per noi è importante la collaborazione con le famiglie per la gestione di queste situazioni» spiega la dirigente «Nemmeno gli autisti dei pulmini scolastici dovrebbero fare quest’operazione che spetta unicamente alle famiglie, che devono mandare a scuola i figli solo se stanno bene. Ci dobbiamo fidare reciprocamente, le famiglie sono consapevoli del momento che si sta vivendo» prosegue. «Avevamo pensato anche ai termoscanner a piantana ma abbiamo tantissimi punti d’accesso e questa sarebbe una spesa che non possiamo sostenere» conclude.
Gli obblighi
Gli assembramenti
La dirigente dell’Isc Centro Valentina Bellini spiega che « Con i termoscanner siamo ben organizzati. Ne abbiamo più di uno per ogni corridoio che viene utilizzato solo in caso d’emergenza. Misurare la temperatura a 300 bambini ogni mattina significa creare caos organizzativo, grande assembramenti e la difficoltà a sistemare i bambini che potrebbero avere la febbre» prosegue la dirigente Bellini, « Per tutta questa serie di motivi, questi termoscanner non ci servono. E’ un’operazione che nemmeno possono fare gli autisti dei pullman scolastici, visto che si controllerebbe solo un 30% di bambini. Abbiamo mascherine e gel in grande quantità, ma ci servirebbero ulteriori prodotti di pulizia visto che non bastano mai».«Non abbiamo il termoscanner, ma termometri a distanza che utilizziamo nei casi in cui ci possono essere sintomi particolari» spiega la vicepreside dell’Isc “Solestà-Cantalamessa” Luigina Ruggieri.
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