Divieto Covid di spostamento a Natale, i sindaci dell'entroterra: «Comuni piccoli, si apra per aree omogenee»

Divieto Covid di spostamento a Natale, i sindaci dell'entroterra: «Comuni piccoli, si apra per aree omogenee»
Divieto Covid di spostamento a Natale, i sindaci dell'entroterra: «Comuni piccoli, si apra per aree omogenee»
di Francesco Massi
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Martedì 8 Dicembre 2020, 08:50

ASCOLI - L’impossibilità di spostarsi da un Comune all’altro nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, secondo l’ultimo Dpcm, penalizza i piccoli centri, specialmente delle aree montane e rurali, rispetto a quelli più grandi.

La problematica è stata lanciata dal coordinamento piccoli Comuni di Anci Marche, guidato dal sindaco di Force Augusto Curti, e condivisa dall’associazione delle Unioni montane marchigiane (Uncem) comprese quelle del Tronto e Valfluvione e quella dei Sibillini. Appoggio unanime dagli operatori di bar, ristoranti e pizzerie.

«Occorre avviare una revisione urgente di questa impostazione – dicono Curti e il vice coordinatore Mauro Dini, sindaco di Lunano - considerando che la Regione Marche è composta prevalentemente da Comuni di piccole dimensioni, tanti piccoli e piccolissimi borghi che si pongono in costante relazione tra loro, proprio come accade tra i quartieri delle grandi città.

Le nuove direttive non possono non considerare la specificità di questo sistema urbano e socio-economico». 

La soluzione

«Il problema, che è operativo ma anche umano - affermano Curti e Dini - può essere agilmente risolto individuando una serie di “zone omogenee”. Queste, soprattutto nei territori periferici e montani, potrebbero arrivare a sommare poche migliaia di abitanti. Importante anche il ruolo da assegnare alle Regioni. La proposta è lasciare proprio alle Regioni, per competenza e conoscenza delle realtà locali, il compito di creare rapidamente questi raggruppamenti. Noi siamo per l’adozione di un profilo di massima cautela ma riteniamo che le misure debbano essere equilibrate e razionali». 

Il sostegno

La proposta quindi non va a discapito della sicurezza ma garantisce ai cittadini l’accesso ad un livello adeguato di servizi e la condivisione delle festività con quella ristretta cerchia di familiari consentita. A dare man forte i titolari di bar, ristoranti, pizzerie e simili dei piccoli centri, specialmente dell’area montana. Altre problematiche sono sollevate da Matteo Ricciardi, vice presidente giovani imprenditori di Confcommercio Ascoli e consigliere della Federazione italiana pubblici esercizi e titolare del Colorado Cafè a Comunanza. «L’ultimo Dpcm ha creato ulteriori danni a bar, ristoranti, pizzerie, pub. Fino al 21 dicembre chiusura alle 18 come prima di entrare in zona arancione, e questa restrizione penalizza già, come rilevato in passato, queste tipologie di attività poiché il lavoro maggiore si concentra in serata. Ma la chiusura degli spostamenti tra comuni a Natale, Santo Stefano e Capodanno è altamente deleteria per esercizi commerciali del genere dei piccoli centri. Non è possibile fare affidamento solo sui clienti del proprio comune. Non è economicamente conveniente e quindi ci sono attività che non apriranno affatto. Occorre distinguere tra i piccoli Comuni e le grandi città. Poi a gennaio, dovrebbe ripartire il pagamento delle utenze bloccate dal 2016 per il sisma. Quindi ci troveremo a sostenere anche gli arretrati, nonostante il periodo di crisi moltiplicato dalla pandemia. Occorre ritardare per tutto il 2021 la fatturazione, almeno dell’energia elettrica».

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