Ascoli, prove di normalità per il commercio post lockdown: «I saldi stanno funzionando»

Ascoli, prove di normalità per il commercio post lockdown: «I saldi stanno funzionando»
Ascoli, prove di normalità per il commercio post lockdown: «I saldi stanno funzionando»
di Luigina Pezzoli
4 Minuti di Lettura
Venerdì 21 Agosto 2020, 09:44

ASCOLI - Con coraggio e determinazione i negozianti stanno affrontando questo periodo di post pandemia in cui i saldi danno un sospiro di sollievo. Iniziati da circa 20 giorni gli sconti sui capi di abbigliamento stanno richiamando turisti e gente del luogo ad acquistare nei negozi delle città del Piceno. 

LEGGI ANCHE:
Ascoli, l'estate Covid che non ti aspetti: è boom di turisti ad agosto

Schianto contro il camion dei rifiuti: Christian muore a 6 anni in auto con il papà


«I saldi stanno funzionando». E’ quanto afferma Giuseppe Leoni, del negozio di abbigliamento Ego ad Ascoli che aggiunge: «A distanza di tempo dall’apertura siamo tornati alla normalità per quanto riguarda l’andamento delle vendite, i saldi stanno funzionando. La Notte bianca che si è tenuta nei giorni scorsi qui ad Ascoli, nonostante le diverse restrizioni, ha comunque portato una buona affluenza, che non ci aspettavamo. Insomma il periodo che sto vivendo a livello economico è in linea con quanto avviene normalmente durante i saldi».
 
Lara Acquaroli del negozio Acquaroli Camicie presente a Pagliare, San Benedetto, Civitanova Marche e Senigallia spiega: «Ad oggi la normalità non è stata ancora raggiunta, ma nonostante tutto sono molto fiduciosa. Sicuramente gli incassi di questi ultimi mesi, quindi giugno e luglio, indicano un calo del 30 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tutto sommato, mi sembra un dato rassicurante, considerando che gran parte delle entrate di questo periodo derivavano dalla vendita di camicie da cerimonia. Cerimonie annullate a causa della pandemia. Per quanto riguarda le vendite online continuano ad essere effettuate dai clienti, ma senza quei picchi che registravamo durante il lockdown». Contenta di rivedere i clienti presso il suo atelier è Alessandra Bruni dell’omonima Boutique di via Mazzocchi a San Benedetto.

«Sicuramente è un momento molto particolare – spiega – anche per via delle cerimonie rimandate. Non si sta lavorando come previsto, ma qualcosa abbiamo fatto. I saldi sugli abiti da cerimonia stanno richiamando sia i turisti sia le persone del posto. Dobbiamo essere ottimisti e fare in modo di far girare l’economia, altrimenti è un problema serio per tante attività. Considerando poi che molti atelier hanno chiuso, ma noi teniamo duro e andiamo avanti. Sono contenta che i miei clienti siano tornati, anche per quanto riguarda l’acquisto di abiti sartoriali». C’è chi anche dopo il lockdown ha deciso di investire nella vendita al dettaglio come Catia Napoletani che ha aperto il proprio negozio Rue de Coco in via XX Settembre a San Benedetto lo scorso 27 giugno. «Nonostante le percezioni generali avverse, dopo la chiusura dovuta al Covid – commenta Catia Napoletani – le vendite stanno andando bene. Nel mio lavoro sono supportata da una ragazza che ha più esperienza di me nell’avvio dell’attività, e sta andando davvero meglio di come immaginavo. Certo la posizione centrale del negozio aiuta molto. Sono soddisfatta dei risultati di questa prima stagione». Arianna Trillini, titolare della ditta Wudawu ad Ascoli afferma: «Come azienda di ideazione e produzione di borse e accessori abbiamo affrontato l’emergenza Covid riconvertendo velocemente la produzione nella realizzazione di mascherine di protezione individuale, ottenendo anche la certificazione Ce».

«Attività che - aggiunge - dopo una pausa estiva, sta vedendo una ripresa. Questo nuovo impegno ha dato continuità all’attività, consentendo anche l’avvio della produzione per la collezione autunnale.

Al contempo i punti vendita clienti, solitamente serviti, hanno invece rallentato gli acquisti vista la grande incertezza che contraddistinguerà la stagione invernale. Molti rivenditori, quindi, preferiscono acquistare piccole quantità al fine di non aggravare di ulteriori costi le proprie aziende, limitando così il rischio di pesanti invenduti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA