Otto anziani contagiati dal Covid nella Rsa: «Una sola doccia per 30 operatori»

Ascoli, otto anziani contagiati dal Covid nella Rsa: «Una sola doccia per 30 operatori»
Ascoli, otto anziani contagiati dal Covid nella Rsa: «Una sola doccia per 30 operatori»
di Mario Paci
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Venerdì 13 Novembre 2020, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 09:16

ASCOLI - Tre decessi (un ascolano di 75 anni e due sambenedettesi di 83 e 91 anni) e cento i contagi nella giornata di ieri nella provincia picena dove oramai il Coronavirus si diffonde quotidianamente a tripla cifra. Resta grave un medico ricoverato in terapia intensiva a San Benedetto mentre migliora il primario contagiato dal Covid.

Alto il numero dei tamponi processati mentre la Fondazione Carisap ha acquistato ventimila test rapidi donandoli all’Area vasta 5.

Le Rsa

Preoccupano anche i contagi nelle case di riposo e nelle strutture con soggetti fragili.

All’Istituto Bergalucci di Offida gli ospiti positivi sono 14 e uno di loro si è aggravato ed è ricoverato in rianimazione. I casi di ospiti positivi all’Rsa di Offida sono otto e anche tra questi una persona è in ospedale per cure ad alta intensità. Ma sui contagi in queste struttura polemizza il sindacato Usb. «Non è possibile realizzare per gli operatori i dovuti e indispensabili percorsi pulito\sporco che possano garantire la sicurezza degli operatori e degli ospiti. A tal proposito basti dire che c’è una sola doccia di fortuna che verrebbe usata da 30 operatori e una volta usata per tornare al percorso pulito bisogna uscire fuori in giardino scavalcare una finestra e uscire all’aperto al freddo e sotto la pioggia se piove è una vera e propria corsa a ostacoli! ». «Non vi è stata alcuna formazione specifica per assistere pazienti molto complessi come i positivi Covid tra l’altro con pazienti fragili con un’età avanzata i più complessi e a rischio aggravamento senza che vi sia presenza di medico in struttura né vi sia stato alcun affiancamento iniziale di un operatore sanitario già esperto con esperienza con pazienti Covid. Secondo l’Usb dal 5 novembre si sono verificati i primi contagi ma «invece di essere immediatamente trasferiti in strutture idonee sia per la loro tutela che a tutela dell’intera struttura degli altri ospiti e lavoratrici e lavoratori, inizialmente in totale carenza di dispositivi di protezione adeguati( ora presenti) di percorsi idonei i contagi si sono allargati e ad oggi hanno contratto il virus circa otto ospiti e quattro operatori».

I precari

E un altro sindacato è in subbuglio, il Nursind che rivendica più diritti per i precari: «Rimarchiamo purtroppo l’esistenza di tensioni soprattutto tra i lavoratori precari, che hanno attraversato entrambi i periodi di emergenza (primaverile ed autunnale), senza poter neppure godere delle ferie estive - rimarca Maurizio Pelosi - E’ lecito sottolineare che anche gli infermieri e gli Oss precari hanno una famiglia, alla quale sottraggono più del normale tempo di lavoro, ottenendo in cambio, per alcuni di essi, solamente il contagio dell’infezione, durante il loro turno di servizio». Inoltre in Area Vasta 5, tra le assunzioni, figurano infermieri precari, in servizio da oltre tre anni, per il momento in corso di stabilizzazione, «ma anche questi, trattati sempre da ultimi arrivati, senza nessun godimento di diritti contrattualmente acquisibili». Il Nursind, chiede il rilascio di un elenco con i nominativi di tutto il personale precario (infermieristico ed Oss), assunto da marzo ad oggi e copia dei cartellini rilevazioni marcatempo in forma elettronica, di ogni infermiere ed Oss sempre dall’ inizio della pandemia.

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