Pure un clandestino cinese a lavorare nella fabbrica che produce le mascherine. Denunciato il titolare, azienda chiusa 5 giorni

Pure un clandestino cinese a lavorare nella fabbrica che produce le mascherine. Denunciato il titolare, azienda chiusa 5 giorni
Pure un clandestino cinese a lavorare nella fabbrica che produce le mascherine. Denunciato il titolare, azienda chiusa 5 giorni
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Domenica 10 Maggio 2020, 12:10

MALTIGNANO  - C’è il rischio di una chiusura fino a 30 giorni per l’azienda manifatturiera di Maltignano dove i carabinieri, a seguito di un controllo, hanno rilevato delle gravi carenze igieniche-sanitarie in cui lavoravano gli operai. A compiere il blitz sono stati i carabinieri di Folignano e di Castel di Lama insieme ai colleghi del Nucleo carabinieri ispettorato del lavoro che hanno effettuato il controllo all’azienda riconvertita per la realizzazione di mascherine.

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Quando i militari dell’Arma sono arrivati nel laboratorio hanno trovato gli operai che non rispettavano le direttive del governo per il contenimento dei contagi del virus, soprattutto per quanto riguarda il distanziamento e l’adozione di dispositivi personali di sicurezza, Dalle indagini svolte è emerso che l’azienda tessile stava realizzando mascherine in tessuto per conto di un’azienda abruzzese che avrebbe provveduto a commercializzarle. Inoltre, i carabinieri hanno scoperto che un operaio cinese che stava realizzando le mascherine era un lavoratore in nero dal momento che si trattava di un extracomunitario sprovvisto del permesso di soggiorno. Sono invece risultati tutti in regola gli altri sei dipendenti dell’azienda.

A finire nei guai è stato il titolare dell’azienda, un quarantaduenne del posto che è stato denunciato per violazioni amministrative e penali riguardanti misure per contenere la diffusione del Covid-19 e, in particolare, le norme per la tutela della sicurezza dei lavoratori sui posti di lavoro ed il rispetto dei requisiti igienico-sanitari. Contestualmente, i carabinieri hanno disposto la chiusura per 5 giorni dell’azienda tessile. Ma il provvedimento potrebbe essere anche più duro. Si attende, infatti, la decisione del prefetto di Ascoli, Rita Stentella, che in casi specifici come questo, ha tra le sue prerogative anche quella di disporre la chiusura dell’azienda fino a trenta giorni. 
 
Per il titolare dell’azienda, inoltre, è stata contestata anche la violazione della leggi relative all’impiego di un lavoratore in nero, irregolare sul territorio nazionale. Con l’avvio della Fase 2 ed il progressivo allentamento delle misure disposte dal governo per il contenimento del coronavirus, l’attenzione dei carabinieri impegnati sul territorio è rivolta in questi ultimi giorni anche sulle aziende del Piceno. Se, nella prima fase, l’impegno maggiore era quello di cercare di evitare gli spostamenti e che le persone potessero uscire di casa senza un valido motivo, da lunedì scorso, con la possibilità di muoversi all’interno dei confini regionali e la ripresa di alcune attività, l’attenzione maggiore è rivolta al rispetto delle norme sul distanziamento sociale e sull’uso dei dispositivi di sicurezza in strada, tra coloro che praticano attività sportiva e sui luoghi di lavoro. 

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