Sibillini, spopolamento inarrestabile: nel 2022 persi gli abitanti di Montegallo. Le soluzioni in campo

il Municipio di Comunanza
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di Francesco Massi
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Domenica 28 Maggio 2023, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 12:15

COMUNANZA - Continua l’emorragia di residenti nella zona montana e dell’entroterra dei Sibillini. Un fenomeno che dura da diversi anni e sembra diventato strutturale, con qualche variazione da un anno all’altro. Gli ultimi dati disponibili dall’Istat al 1 gennaio 2023, quindi riguardanti l’intero anno 2022, sono ancora una volta impietosi, riguardo i 19 Comuni delle due Unioni Montane, quella del Tronto e Valfluvione e quella dei Sibillini.

La prima raccoglie 9 municipi tutti dell’area ascolana e la seconda 10, distribuiti tra la provincia di Fermo (6) e quella di Ascoli (4).

Un comprensorio che copre tutta l’area montana e premontana dei Sibillini nelle due province. 

 
 
Erano 24.736 i residenti complessivi rimasti alla fine dello scorso anno. Visto che un anno prima, al termine del 2021 erano 25.177, nel 2022 se ne sono persi per strada 441, cioè l’1,75%. A prima vista potrebbe sembrare poco, ma non è così se si scende su paragoni concreti. È come se nell’ultimo anno fosse sparita più dell’intera popolazione del Comune di Montegallo. Se può essere un pizzico consolatorio, la perdita di residenti del 2022 è leggermente inferiore rispetto al 2021 quando il calo sull’anno precedente era stato di 464 unità.

Un fenomeno che dura da molti, troppi anni. Infatti il fenomeno diventa ancor più allarmante se lo si pone tra i dati aggregati degli ultimi due anni, 2021 e 2022. La perdita complessiva nelle due Unioni Montane dei Sibillini e del Tronto è di 905 residenti. Per dare un’idea più concreta è come se fosse sparita, solo in quest’ultimo biennio, la popolazione dell’intero Comune di Arquata del Tronto o di quasi tre Comuni messi insieme come Montedinove, Smerillo e Palmiano, o come molto più della popolazione di due Comuni come Montemonaco e Montefalcone Appennino. 
 
Una tendenza al decremento dei residenti che ormai sembra inarrestabile e cronica, sulla quale non si riesce a porre un freno. Le cause di questa continua emorragia sono diverse, e ormai croniche. A partire dalla scarsità di nascite rispetto ai decessi. Un rapporto in genere di 1 nato ogni 4 o 5 morti. Poi le poche opportunità lavorative che spingono i giovani a trasferirsi altrove dopo il corso di studi superiori o universitari. Quindi la necessità inderogabile di politiche economiche speciali per le zone montane, che favoriscano il lavoro, l’insediamento di nuove imprese con agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative (Zona economica speciale), al fine di richiamare investimenti.

Il lavoro, che crea sviluppo economico e sociale, è sicuramente attrattivo per i giovani ma deve coniugarsi con migliori servizi pubblici a disposizione rispetto ai centri più grandi, dalla viabilità alla sanità, dagli asili nido alle scuole, dalle politiche abitative favorevoli per le giovani coppie a detassazioni varie e aiuti economici per chi ha più figli. E così via. Tutte misure necessarie e urgenti che già da tempo sollevano gli stessi presidenti delle due Unioni, Giuseppe Amici di quella del Tronto e Fabrizio Vergari di quella dei Sibillini. Politiche fondamentali da adottare a livelli istituzionali più alti. 
 
I Comuni dell’area montana intanto fanno quello che possono, mettendo in campo progetti sociali più o meno efficaci in base alle proprie disponibilità di bilancio, come ha fatto quello di Amandola che il mese scorso ha promosso un pacchetto, “Amando.la Famiglia” che vede più misure, di diverso genere, rivolte ad alleggerire le spese che devono sopportare i nuclei familiari, specialmente quelli numerosi e con figli minorenni a carico. 

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Il sindaco di Santa Vittoria in Matenano, Fabrizio Vergari, propone: «L’ho già fatto in questi ultimi anni di mandato, ma se sarò rieletto sindaco nel 2026, dedicherò molte energie per far aumentare il numero di bambini, anche favorendo l’arrivo di giovani e nuove famiglie di immigrati, per fare in modo che si stanzino nel mio Comune e in questi territori. Coinvolgere tutte le associazioni per fare un centro per immigrati». 

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