Pronte le case per gli sfollati ma in sette
le rifiutano: il sindaco sospende il Cas

Pronte le case per gli sfollati ma in sette le rifiutano: il sindaco sospende il Cas
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Venerdì 25 Gennaio 2019, 11:09 - Ultimo aggiornamento: 18:39
COMUNANZA - Sono pronti i 12 appartamenti nuovi di edilizia pubblica dell’Erap, collocati in una palazzina, da consegnare agli sfollati del terremoto che hanno avuto maggiori danni nella propria casa. Solo che più della metà delle famiglie a cui sono destinati non intendono accettarli. Infatti solo 5 di esse sulle 12 destinatarie hanno accettato. Gli altri o non hanno dato riscontro dimostrando di non essere interessati alla casa (come specificato nella lettera in caso di mancata risposta), oppure hanno risposto dichiarando specificatamente che avrebbero rinunciato. Quindi il sindaco Alvaro Cesaroni ha deciso di sospendere loro il contributo di autonoma sistemazione, a partire dal mese di dicembre.
  
Ma alcune di queste famiglie rinunciatarie abbiano dato mandato ai legali per verificare se l’azione di sospensione del cas, da parte del comune, sia legittima o meno. Quindi quelli che hanno accettato la casa non prenderanno più il contributo in quanto l’abitazione viene data in locazione senza alcun canone di affitto. Ma nemmeno coloro che non vogliono l’appartamento, perché preferiscono continuare a stare in un’autonoma sistemazione, potranno continuare a prendere il contributo. Lo Stato aveva stabilito di ricorrere alle “case popolari” come misura d’emergenza per collocare in via provvisoria le famiglie soggette a sgombero dell’alloggio. Manovra rivolta in particolare a quei cittadini le cui abitazioni erano in “zona rossa” o avevano subito danni molto gravi. I sindaci dovevano stilare le graduatorie delle famiglie che avevano diritto all’appartamento di edilizia pubblica e chiedere agli stessi cittadini ritenuti idonei di firmare per l’accettazione. Ora viene da chiedersi: perché una gran parte di queste famiglie rinunciano ad avere un appartamento nuovo di zecca in una palazzina appena costruita? Tra le motivazioni addotte il forte ritardo dell’offerta abitativa che arriva dopo oltre due anni.
 
Nel frattempo queste si sono organizzate in abitazioni anche fuori Comunanza e farebbero difficoltà a cambiare di nuovo. E poi si sollevano dubbi sul fatto che il provvedimento del sindaco sia in linea con le norme vigenti. E’ alquanto chiaro però che a questo punto a rigore di logica nessuno possa pretendere di continuare ad avere il cas dopo aver rifiutato una casa nuova. Inoltre a dare man forte alla scelta del sindaco Cesaroni arrivano anche le parole del capodipartimento della Protezione Civile Nazionale Angelo Borrelli. «Bisogna esaminare bene la questione. Certo è – dice Borrelli - che le persone che prima avevano chiesto l’alloggio ed ora rinunciano per l’autonoma sistemazione, non avranno più diritto al cas.
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