Il terremoto svuota la montagna: residenti in fuga dai comuni dei Sibillini

Il terremoto svuota la montagna: residenti in fuga dai comuni dei Sibillini
Il terremoto svuota la montagna: residenti in fuga dai comuni dei Sibillini
di Francesco Massi
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Domenica 11 Ottobre 2020, 03:20

COMUNANZA - Una problematica preoccupante che si trascina da diversi anni sta diventando un’emergenza dopo il terremoto del 2016.

Un’emorragia che non si arresta quella della popolazione residente nell’area montana, ed in particolare dell’Unione Montana dei Sibillini con 11 comuni, di cui 5 nella Provincia di Ascoli Piceno e 6 in quella di Fermo. 
 
L’emorragia 
In quattro anni, dal primo gennaio 2016 a tutto il 2019 (rilevamenti Istat) l’intera Unione Montana dei Sibillini ha perso 738 residenti pari al 5,18% della popolazione. Si passa infatti da 14.222 abitanti ad inizio 2016 a 13.484 a fine 2019. Sparita l’equivalente dell’intera popolazione di un comune come Montelparo o di due comuni come Montefalcone Appennino e Smerillo insieme. Dati allarmanti. E lo sono ancor di più se si pensa che questa tendenza in perdita è costante in quasi tutti i comuni. Scendendo nei particolari i dati parlano chiaro. Nessuno si salva, eccetto Montedinove che vede una seppur piccola crescita. Partendo da Montemonaco, sempre negli ultimi 4 anni, perde 46 abitanti, da 604 a 558, sempre in calo, meno che nel 2019 con un + 7 rispetto all’anno precedente. Importante la fuga da Comunanza, motore economico-produttivo di tutta l’area montana, con meno 146 residenti pari al 4,61%, passando da 3166 a 3020, in costante decrescita. Force conta 126 residenti in meno, da 1354 a 1228. Montedinove si diversifica dal resto. 

Comune in controtendenza Unico comune in controtendenza, anche se di poco, che fa registrare un aumento di 8 residenti (+1,63%), da 488 a 506, con un andamento irregolare: +18 nel 2016, -8 nel 2017, +12 nel 2018, -4 nel 2019. In calo costante Rotella con meno 63 residenti, da 906 a 843. Passando nell’area Fermana la situazione rimane nera. Montefortino perde 70 residenti, da 1178 a 1108, con andamento decrescente costante, meno nel 2018 quando registra un +6. Critica anche la situazione di Amandola, comune più grande dell’area. Qui se ne sono andati in 158 pari al 4,35%, con una diminuzione continua negli anni passando da 3629 a 3471. Meno 25 residenti a Montefalcone Appennino, che passa da 424 a 399. Va per la prima volta sotto il livello dei 400 residenti. Anche a Smerillo meno 32, da 365 a 333. S. Vittoria in Matenano ne perde 47, da 1330 a 1283. Infine sempre in perdita anche Montelparo con meno 43, da 778 a 735. In generale però l’abbandono dell’area montana è sicuramente molto maggiore. Infatti questa analisi riguarda coloro che hanno trasferito la residenza o sono deceduti, ma poi ci sono i tantissimi che, pur mantenendo la residenza nei comuni di questo territorio, dopo il terremoto si sono trasferiti nelle zone verso la costa, in attesa della sistemazione della propria abitazione. I ritardi notevoli nella ricostruzione hanno fatto andar via, e continuano ad allontanare, molte persone, famiglie intere, che probabilmente non ritorneranno più perché hanno trovato una sistemazione stabile altrove. Poi un tasso alto di popolazione anziana, con decessi notevolmente superiori alle nascite da anni. Molti giovani che studiano fuori e che poi programmano la loro vita lavorativa altrove perché non trovano qui un’occupazione adeguata. Servizi pubblici spesso depauperati. Occorre una cura drastica e rapida. Politiche territoriali per programmare uno sviluppo possibile e sostenibile a medio-lungo termine, con una collaborazione maggiore tra comuni, senza campanilismi che ancora resistono ferrei, con progetti territoriali di ampio respiro, con investimenti corposi rivolti allo sviluppo dell’economia, della produttività e della creazione di lavoro. 

Misure speciali 
Occorrono misure speciali per favorire la crescita produttiva. Tra le indicazioni di molti amministratori, oltre ad un’accelerazione straordinaria nella ricostruzione post sisma, una zona franca per una fiscalità agevolata, per consentire alle imprese di tenere e rilanciare, attirare nuovi investimenti e quindi creare lavoro, dare più possibilità ai giovani di intraprendere nuove attività. E qui un servizio come la banda ultra larga diventa primaria per sviluppare nuovo lavoro, un miglioramento delle arterie viarie per favorire il turismo.

Ma alla base rimane l’esigenza di una maggiore unità, senso di appartenenza, di squadra, tra le varie amministrazioni comunali. 

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