Il sindaco di Comunanza Cesaroni sulla crisi idrica: «Basta sprecare l’acqua per le docce in spiaggia»

Il sindaco di Comunanza Alvaro Cesaroni
Il sindaco di Comunanza Alvaro Cesaroni
di Francesco Massi
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Giovedì 23 Marzo 2023, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 19:01

COMUNANZA - «La zona montana non può fornire acqua potabile per tutto e vederla poi sprecare nei grandi centri, negli stabilimenti turistici della costa, nelle attività agricole. Occorrono altre strade da mettere in campo immediatamente, senza ulteriori ritardi». A sostenerlo è il sindaco di Comunanza Alvaro Cesaroni che analizza la problematica crescente della scarsità di risorse idriche, lancia sferzate e mette sul tavolo proposte. 

 

«Inutile continuare ad andare a caccia di risorse idriche dalla montagna – dice il sindaco - quando poi siamo difronte a grandi sprechi altrove. Attingere alle falde della nostra montagna è una scorciatoia che non risolverà il problema. Se si va ancora solamente su quella strada la scarsità non solo durerà sempre ma addirittura aumenterà. Anche il potabilizzatore che si costruirà per attingere dalle acque del lago di Gerosa non credo sia la soluzione. Bisogna agire concretamente e subito – continua Cesaroni - per razionalizzare i consumi e mettere in atto sistemi alternativi. Sono d’accordo con il presidente della Ciip, Pino Alati, che porta avanti la lotta allo spreco e promuove il risparmio del consumo di acqua, ma occorrono azioni concrete alternative e rapide, siamo già in notevole ritardo». 

Secondo Cesaroni è assurdo che l’acqua potabile, oltretutto ottima dei Sibillini, venga poi usata a iosa per fini non alimentari.

Ancora il sindaco. «Mettendo in atto altri metodi per ricavare acqua da utilizzare per fini non alimentari, quella delle sorgenti della montagna sarebbe salvaguardata solamente per uso umano, quello più importante. E non ci dovremmo preoccupare perché ce ne sarebbe in abbondanza. In sostanza – ancora Cesaroni – non si può più pensare che la buona acqua potabile dei Sibillini venga usata anche per i bagni, le docce sulle spiagge, le colture intensive e altri modi che divorano grandi quantità».

Le proposte? «Oltre ad evitare al massimo lo spreco, costruzione di dissalatori sul mare e riutilizzo delle acque meteoriche. Basta con le zone montane che debbono sempre essere le mammelle dove altri territori, le città, vanno a mungere le risorse, oltretutto senza dovuti ritorni. Ad esempio i centri della costa, che d’estate sono pieni di turisti, non possono pensare di utilizzare a iosa l’acqua potabile anche per le docce sulla spiaggia e altri servizi igienici. Per questo sono importanti i dissalatori per utilizzare acqua marina. Come pure la realizzazione di invasi artificiali per raccogliere l’acqua piovana da usare per innaffiare. Legambiente – rimarca Cesaroni – dice che il potenziale derivante dalla raccolta di acque meteoriche in ambienti urbani, e da riutilizzo di quelle reflue, sarebbe di quasi sette miliardi di metri cubi a livello nazionale, uguale a tre volte il contenuto di tutti i grandi invasi italiani. Dunque bisogna andare in questa direzione». 

Poi la salvaguardia dell’ambiente e del turismo montano. «Per accontentare le esigenze del turismo della costa – ribatte il sindaco - non possiamo penalizzare quello delle aree interne. Qui ci fanno chiudere le fontanelle storiche d’estate e si preleva dal lago di Gerosa, magari rendendolo turisticamente non attrattivo, quando si sta puntando a farne un volano turistico montano con forti investimenti. E poi – conclude Cesaroni – chiedo a tutti i sindaci delle aree interne per ritrovarci, parlare di questa risorsa e di programmazione. Noi sindaci della zona montana dobbiamo essere coinvolti dagli enti preposti che devono mettere in campo progetti. Altrimenti come al solito si agisce in emergenza e senza un’adeguata programmazione coinvolgendo il territorio».
 

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