In piazza e al parco giochi dei bambini: la fine del lockdown non ferma le incursioni dei cinghiali

In piazza e al parco giochi dei bambini: la fine del lockdown non ferma le incursioni dei cinghiali
In piazza e al parco giochi dei bambini: la fine del lockdown non ferma le incursioni dei cinghiali
di Francesco Massi
3 Minuti di Lettura
Sabato 2 Ottobre 2021, 09:32

COMUNANZA - Poche notti fa un grande cinghiale si aggirava dentro Comunanza in una piazza, anche con parco giochi per bambini. È l’ultima segnalazione di animali selvatici che dopo il lockdown si sono riversati nei centri abitati. Animali che possono causare anche danni. E beffe. Come è accaduto a un comunanzese per avere investito un capriolo.

Il danno

Prima il danno alla propria auto, alquanto sostanzioso, a causa di un capriolo. Poi invece del risarcimento la condanna a pagare le spese legali per aver perso il contenzioso giudiziario contro la Regione. E’ quanto accaduto ad un cittadino comunanzese. La storia nasce in una notte del 2017. L’uomo sta tornando a casa a bordo della sua auto quando improvvisamente sbuca da una scarpata, tra l’altro coperta dall’erba alta ed in un tratto privo d’illuminazione, un capriolo che si getta in mezzo alla strada. Inevitabile l’impatto. Arrivano i carabinieri, fanno tutte le dovute rilevazioni compresa la constatazione che il danno all’auto, valutato dal carrozziere in 1094 euro per la riparazione, è dovuto all’urto con il selvatico. Successivamente il proprietario del mezzo, in via stragiudiziale tramite il suo legale, fa richiesta di risarcimento alla Regione e alla Provincia. La seconda scarica la responsabilità sulla prima e la Regione non risponde affatto. Quindi il cittadino chiama in causa la Regione davanti al giudice di pace per ll risarcimento. 
Il ricorso
Tra i motivi contestati all’ente “l’immissione indiscriminata nel territorio di specie non autoctone (selvatici), inadempienza all’obbligo del controllo della densità faunistica tramite abbattimenti o catture, mancanza di gard rail o altri accorgimenti lungo la strada per impedire l’attraversamento degli animali”.

Il giudice di pace, nel 2018, rigetta l’istanza e condanna l’automobilista anche alle spese legali della Regione Marche, per 1.205 euro, Ma il cittadino non paga e poghi giorni fa arriva la cartella dell’agenzia delle entrate.

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