Battuta di caccia finita in tragedia,la vittima è Vito Silenzi. Si indaga per omicidio colposo

Battuta di caccia finita in tragedia,la vittima è Vito Silenzi. Si indaga per omicidio colposo
Battuta di caccia finita in tragedia,la vittima è Vito Silenzi. Si indaga per omicidio colposo
di Francesco Massi
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Martedì 20 Dicembre 2022, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 15:12

COMUNANZA - Una perizia balistica sui fucili sotto sequestro e un fascicolo aperto per omicidio colposo, dopo la tragedia che si è consumata durante una delle periodiche battute di caccia al cinghiale avvenuta nel pomeriggio di domenica in località Croce di Casale di Comunanza, nel versante in direzione Roccafluvione. Vito Silenzi, 89 anni, residente a Fermo ma originario di contrada Arato di Montefortino, è stato colpito a morte da un proiettile vagante. 



La vittima faceva parte della squadra regolarmente registrata e autorizzata “Croce di Casale” (ognuna di queste che partecipano alle battute sono identificate con un nome) che per l’occasione era composta da 22 cacciatori con altrettanti fucili. Del gruppo faceva parte anche il figlio della vittima. Quando l’anziano si è accasciato a terra si è subito pensato ad un malore. Subito sono stati avvertiti i soccorritori con il personale sanitario che in breve tempo è arrivato sul posto. Il medico, già dai primi accertamenti, ha constatato che purtroppo l’uomo era deceduto, non a causa di un malore, ma perché colpito da un proiettile all’addome. La salma è stata poi trasportata all’obitorio dell’ospedale Mazzoni di Ascoli a disposizione della magistratura che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Bisognerà però attendere i risultati dell’autopsia per stabilire la reale causa del decesso e la ricostruzione della dinamica del proiettile. 

Riguardo quest’ultimo punto sarà effettuata una perizia balistica apposita. Intanto sono stati sequestrati tutti e 22 i fucili dei cacciatori che hanno partecipato alla battuta. Sul luogo dell’incidente infatti erano arrivati con massima rapidità ed efficienza i carabinieri della stazione di Comunanza guidati dal comandante Giovanni Croce e quelli del Nucleo operativo del comando provinciale di Ascoli Piceno. Ora rimane da stabilire come mai lo sfortunato cacciatore sia stato colpito da un proiettile nonostante le misure preventive, gli accorgimenti, le distanze di sicurezza che normalmente accompagnano questa tipologia di caccia al cinghiale. 

Infatti i partecipanti alla battuta si dispongono ad anello in un’area piuttosto vasta ed ognuno copre una “posta”, in modo che il selvatico, una volta stanato dai cani, debba sempre andare verso una zona coperta da un cacciatore.

Tra le ipotesi sulla dinamica dell’incidente, qualche esperto cacciatore di cinghiali avanza anche quella che la vittima possa essere stata colpita da un proiettile, sparato sì da un altro cacciatore, ma poi rimbalzato dopo aver colpito un’altra superficie.

Infatti sembra che l’ottantanovenne fosse posizionato vicino alla recinzione di una tartufaia dove insistono paletti e reti. Ma questa è solo una ipotesi tra quelle che dovranno essere vagliate nella perizia balistica. Intanto è certo che il colpo non è partito accidentalmente dal fucile della vittima. Da ricordare che la caccia selettiva da parte delle squadre appositamente autorizzate, che devono essere composte minimo da 16 cacciatori, è aperta dal 15 ottobre al 15 gennaio. Quindi in questo periodo si è in piena attività venatoria, specialmente nella zona montana e collinare dove insiste sempre un’invasione di cinghiali. 

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