Comunanza se ne va dall'Unione montana, il sindaco: «Così com'è gestita, è inutile»

Comunanza se ne va dall'Unione montana, il sindaco: «Così com'è gestita, è inutile»
Comunanza se ne va dall'Unione montana, il sindaco: «Così com'è gestita, è inutile»
di Francesco Massi
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Giovedì 1 Luglio 2021, 09:00

COMUNANZA - Decisione clamorosa, storica, e destinata a sballare gli equilibri dell’assetto dell’Unione montana dei Sibillini. Un terremoto. Il Comune di Comunanza, con delibera all’unanimità del consiglio comunale (la minoranza non ha votato) è uscito dall’Unione. Il documento andava votato prima della fine di giugno, per diventare operativo dal 1 gennaio 2022. 

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Le motivazioni

Sono tante, dure e pesanti le motivazioni, snocciolate dal sindaco Alvaro Cesaroni. «È un ente che, così come gestito, non serve a nulla. I Comuni stanno insieme senza motivo. Non è stato messo in rete alcun servizio strettamente relativo all’Unione. Ogni Comune va per conto proprio. Ad esempio, sulla sanità, Amandola procede da sola senza ascoltare gli altri sindaci. Dopo il sisma del 2016 l’Unione montana non ha convocato neanche una riunione dei sindaci per decidere di fare qualcosa insieme. Lo stesso per la nevicata del 2017. Non c’è una turbina da poter utilizzare per tutti i Comuni. Per la pandemia nessuna riunione e raccordo tra i Comuni, compreso per le vaccinazioni dove ognuno fa come vuole. Il Comune di Force per due anni manda avanti il progetto di un privato per un biodigestore all’interno del territorio dell’Unione montana dei Sibillini senza parlarne in seno all’ente. Per i rifiuti ognuno va per la strada propria. Poi c’è questa divisione perniciosa, più o meno alla luce, tra i 5 Comuni dell’Ascolano e i 6 del Fermano. Più che collaborazione è sopportazione. Addirittura, in passato c’è stata una mozione della maggioranza del consiglio comunale di Amandola, che ci accusava di essere ladri di servizi, che volevamo rubare la Rsa, quando volevamo solo dare un aiuto per le difficoltà del dopo sisma. E così via. Ma che senso ha tutto questo? Questa è Unione?». 
La sede
Da statuto l’Unione è ospitata a Comunanza, nel palazzo comunale. Questo ora deve essere liberato per i lavori di ristrutturazione. «Abbiamo proposto tre luoghi per collocare gli uffici provvisoriamente – rimarca Cesaroni – invece hanno trasferito tutto a Santa Vittoria e probabilmente per lasciarla lì. Però attenzione, la nostra decisione è per dare uno scossone. Noi siamo favorevoli alle Unioni montane, ai servizi in rete, addirittura alle fusioni dei Comuni, ma le collaborazioni devono essere vere e concrete. Abbiamo voluto dire alla cittadinanza che questo, così come gestito, è un ente inutile, non serve. Ci sono unioni dei Comuni che funzionano bene e sono utili. Questa nulla. Siamo anche favorevoli a ridiscutere un’Unione su contenuti veri e concreti, che funzioni. Se l’Unione vuole dare una svolta radicale, mettere insieme politiche di sviluppo, di collaborazione, di servizi in modo efficace noi siamo disponibili. Siamo solo voluti uscire da un’Unione Montana vuota». 
Gli equilibri
L’uscita di Comunanza crea un forte squilibrio di peso tra la parte ascolana dove rimangono 4 comuni (Montemonaco, Force, Montedinove, Rotella) e quella fermana più forte con 6 (Amandola, Montefalcone, Smerillo, S.

Vittoria e Montelparo). Al momento Comunanza rimane fuori da tutto. Ma in futuro potrebbe entrare nell’Unione Montana del Tronto. 

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