Dafne ed Emanuele, la volontaria in carcere e l'ex detenuto: amore e agenzia aperta insieme

Colli del Tronto, Dafne ed Emanuele, la volontaria in carcere e l'ex detenuto: amore e agenzia aperta insieme
Colli del Tronto, Dafne ed Emanuele, la volontaria in carcere e l'ex detenuto: amore e agenzia aperta insieme
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Mercoledì 30 Dicembre 2020, 07:15 - Ultimo aggiornamento: 08:33

COLLI DEL TRONTO - Si guardano e i loro occhi brillano. Sono emozionati nel raccontare la loro storia. Quella di due Romeo e Giulietta moderni, divisi non dall’odio delle loro famiglie ma dalle sbarre di un carcere che, per mesi, li ha tenuti lontani.

Tutto inizia nel giugno del 2018. Dafne Perticarini ha 38 anni ed è una volontaria della Caritas. Entra nelle case circondariali, dopo essersi sottoposta ad una adeguata formazione, e parla con i detenuti. Fa loro compagnia, li guida nel percorso di reinserimento, li aiuta a superare i momenti difficili ed il distacco dalla famiglia. 

I colloqui

Dopo qualche colloquio nella casa di reclusione conosce Emanuele Ciarrocchi, 40 anni. È vittima di errori commessi da giovane.

Errori che lo hanno condannato ad una vita diversa da quella che avrebbe voluto. Dal primo colloquio capiscono entrambi che qualcosa non va. Non vedono l’ora di rincontrarsi e i loro occhi non mentono. Se lo dicono e si dichiarano amore. Da quel momento tutto cambia. Dafne, correttamente, comunica la nascita di questo sentimento al suo superiore e viene estromessa dai colloqui. Chiede di poter incontrare Emanuele in carcere come visitatrice ma non le viene concesso. Non c’era una relazione prima che entrasse in carcere. Per sei mesi sono costretti a scriversi. A resistere a questo amore che non può sbocciare. Si mandano lettere struggenti e si raccontano. Per Dafne non è semplice accettare di non vedere l’uomo che ama e con cui ha deciso di costruire una storia importante e lotta affinché Emanuele possa uscire dal carcere. Ha tutti contro. Persone che cercano di metterla in guardia e che tentano di allontanarla da questa storia, pesando che sia solo una sbandata. Per resistere Dafne scrive e scrive. Ogni momento difficile ed ogni traguardo viene raccontato nel suo libro: “Il Sapore della Vittoria”. 

Il diario

Un diario di quello che accade e della difficoltà di reinserimento sociale. A novembre arriva il trasferimento in una comunità di Reggio Emilia. Dafne, che all’epoca viveva a Recanati, è comunque felice. Finalmente Emanuele, originario di Pagliare del Tronto, potrà uscire e potranno vedersi, abbracciarsi e conoscersi al di là delle sbarre. Passano i mesi e la storia si consuma in comunità o nell’appartamento che Dafne affitta proprio a Reggio Emilia. Qui riescono a vivere anche la loro intimità. A settembre Emanuele torna libero e avvia una convivenza con Dafne nella sua casa di Colli del Tronto. Qui oggi vivono tra speranze e progetti. «Siamo felici - spiega Dafne - e stiamo costruendo quella famiglia che sognavamo. Stiamo anche per aprire un’associazione che si occupi di servizi turistici, del resto era questo il mio settore». «Abbiamo una casa di proprietà per fortuna - commenta Emanuele - e facciamo qualche lavoretto. Opero anche come volontario. Vorremmo avere dei figli ma aspettiamo solo una stabilità economica e magari un’occupazione per vivere meglio».

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