Castignano, muore a 25 anni nello schianto:
arrestato l'amico che guidava ubriaco

Castignano, muore a 25 anni nello schianto: arrestato l'amico che guidava ubriaco
di Luigi Miozzi
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Lunedì 12 Agosto 2019, 10:03

CASTIGNANO - È piantonato nel suo letto dell’ospedale Mazzoni per le fratture riportate dove da sabato sera è ricoverato, Mirko Vagnoni, il trentottenne che era alla guida dell’Alfa 147 che si è schiantata contro un albero costando la vita a Sejnur Bekiri di 25 anni che era seduto in auto sul lato del passeggero.

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Il conducente è stato arrestato con l’accusa di omicidio stradale dal momento che le analisi a cui è stato sottoposto subito dopo lo schianto avrebbero rivelato che il giovane si era messo alla guida con un tasso di alcol nel sangue superiore di quasi tre volte al consentito. 
 
Dovrebbe svolgersi questa mattina la convalida dell’arresto e anche la ricognizione cadaverica disposta dal magistrato che, come da prassi, ha aperto un fascicolo sull’incidente per accertare le eventuali responsabilità e ricostruire la dimamica del tragico schianto. Mirko Vagnoni è sotto choc e fortemente provato dall’accaduto: è angosciato per la morte dell’amico che viveva nel suo stesso palazzo e con cui trascorreva il tempo libero. Nella giornata di ieri ha ricevuto anche la visita del parroco di Castignano che aveva chiesto al magistrato l’autorizzazione di poter incontrare il giovane con l’intenzione di aiutarlo a superare questo drammatico momento. La prematura scomparsa di Sejnur Bekiri ha destato profondo sconcerto in tutta la comunità castignanese a cominciare dal sindaco. «Sejnur era l’esempio della compiuta integrazione sociale e culturale - ha ricordato Fabio Polini -. Proveniva da una famiglia di origine macedone ma era nato a Castignano. Era un ragazzo speciale, un gran compagnone con tanta voglia di fare tanto che faceva parte anche del gruppo di protezione civile. Lo ricordo nel 2017 quando stavamo fronteggiando l’emergenza neve e lui era uno dei ragazzi che si diede da fare per aiutare i suoi concittadini a superare quei difficili momenti». Oggi il magistrato potrebbe concedere il nulla osta per la restituzione della salma ai suoi familiari 

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