Cassa integrazione a singhiozzo, i lavoratori del settore viaggi si incatenano in piazza: «Debbono pagarci settembre»

La protesta dei lavoratori del settore viaggi ad Ascoli Piceno
La protesta dei lavoratori del settore viaggi ad Ascoli Piceno
di Cristiano Pietropaolo
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Sabato 20 Febbraio 2021, 06:50

ASCOLI - Avevano minacciato di incatenarsi per protestare contro l’arrivo a singhiozzo della cassa integrazione e ieri lo hanno fatto davanti a Palazzo dei Capitani. Sono i lavoratori della Picus Travel e di Luberti Bus, giunti allo stremo dopo mesi di incertezza dovuti ai pochi soldi disponibili e fondamentali per condurre una vita degna.

L’iter
«I soldi ci sono e sono stanziati ma il Ministero del Lavoro deve approvare l’uscita di cassa. Poi l’Ente bilaterale dovrà suddividere i fondi da destinare a chi ne ha diritto - dice Carmela Caiazzo, una delle dipendenti della Picus Travel. - Stanno cercando di fare il possibile per farci avere i soldi mensilmente. A fine mese arriveranno i fondi relativi a settembre, ottobre e novembre, ma se non arriveranno, scenderemo ancora in piazza sempre con le dovute precauzioni. L’azienda ci ha dato il Tfr anche se non era dovuto e ha anche cercato di anticipare la cassa integrazione, ma non lo può fare perché è di competenza statale. Rimaniamo in attesa di sviluppi positivi». Giuseppe Gagliardi di Luberti Bus aggiunge che «In questo momento non arriviamo nemmeno a 500 euro al mese con la cassa integrazione, il lavoro non c’è perché noi facciamo solo turismo ed è quasi un anno che non si fanno più viaggi. La situazione è tragica: ho tre figli e un nipote e ho dovuto fare solo rinunce. Per fortuna avevo qualcosa da parte, ma adesso ho finito anche questo. Se ci sono i soldi, è giusto che noi li riceviamo. Adesso siamo calmi ma questa situazione è insostenibile, questo gioco al rimpiattino ormai non si deve fare più.

Chi di dovere, si metta d’accordo».


Le istituzioni
Il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti e l’assessore regionale Guido Castelli si sono interessati della vicenda. Il primo cittadino ha spiegato che «Si tratta di un problema burocratico, ma non si possono lasciare tanto tempo le famiglie senza reddito. Scriveremo al nuovo ministro del Lavoro per cercare di sollecitare un pagamento dilazionato ma che sia certo e costante nel tempo. Con il blocco dei licenziamenti vincoliamo queste persone a stare dentro all’azienda che non può fare molto. Questo è soltanto un problema burocratico, non economico e deve sbloccarsi il prima possibile». Castelli ha evidenziato che «Questa è una tipica vicenda condizionata dalla mala burocrazia. I soldi ci sono, ma per stanziarli bisogna superare enormi peripezie, ovvero ben tre decreti ministeriali, prima della validazione di organismi tra cui la Corte dei Conti, la Ragioneria dello Stato» ha detto Castelli «Se, da un lato, i ritardi verranno tamponati dall’altra serve certamente un intervento governativo per semplificare le modalità di erogazione di questi fondi. La Regione si farà sentire con Roma al fine di semplificare queste procedure. Le difficoltà delle nostre imprese, soprattutto del turismo, sono già molte. Non possiamo permetterci anche situazioni del genere. Mi sono informato, relazionandomi anche con l’Ente bilaterale che non ha nessuna colpa visto che i ritardi sono imputabili allo Stato. Anzi, sono felice di aver trovato molta collaborazione. Credo e spero che questa situazione si sblocchi entro la prossima settimana, almeno con il pagamento degli arretrati relativi agli ultimi mesi del 2020».

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