Omicidio Lettieri, si cerca il coltello: vigili del fuoco impegnati sulle sponde e sul greto del Tronto

Omicidio Lettieri, si cerca il coltello: vigili del fuoco impegnati sulle sponde e sul greto del Tronto
Omicidio Lettieri, si cerca il coltello: vigili del fuoco impegnati sulle sponde e sul greto del Tronto
di Luigi Miozzi
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Venerdì 22 Gennaio 2021, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 16:12

ASCOLI -  Un coltello dalla lama lunga e molto appuntita. È quella che stanno cercando gli inquirenti che investigano sull’omicidio di Franco Lettieri, l’ex collaboratore di giustizia assassinato la sera del 15 gennaio scorso in pieno centro. Per tutta la giornata di ieri, i vigili del fuoco del nucleo speleo alpino fluviale hanno scandagliato il Tronto alla ricerca dell’arma del delitto. È stato scandagliato lo specchio d’acqua all’altezza di via delle Stelle, il luogo dove si è compiuta l’aggressione, rivelatasi poi mortale, poiché l’omicida, subito dopo aver sferrato i fendenti, potrebbe essersi disfatto del coltello gettandolo nel fiume. 

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Le ricerche sono rese particolarmente difficoltose dalla zona assai impervia, dal momento che gli argini alti una quarantina di metri, sono ricoperti da una folta vegetazione.

I vigili del fuoco, anche con l’ausilio di un gommone, hanno scandagliato le sponde del corso d’acqua, ma senza successo. Le operazioni riprenderanno questa mattina e si concentreranno ancora sul greto del corso d’acqua, non molto distante dal ponte romano di Porta Solestà, per cercare di rinvenire l’arma del delitto. 


Dall’autopsia è emerso che le ferite riscontrate sul corpo di Franco Lettieri sarebbero state causate da una lama particolarmente aguzza e lunga abbastanza da recidere l’arteria femorale, causando il decesso dell’ex collaboratore di giustizia. L’esame medico legale ha accertato che la vittima è stata colpita ripetutamente dal suo aggressore: cinque coltellate hanno raggiunto il corpo ferendo il cinquantaseienne, soprattutto alla gamba, mentre altri fendenti non avrebbero causato ferite solo perché frenati dagli indumenti indossati dall’uomo. La salma di Franco Lettieri rimane a disposizione dell’autorità giudiziaria che nelle prossime ore potrebbe disporre altri accertamenti scientifici ritenuti utili alle indagini. Per questo motivo, la Procura non ha ancora concesso il nulla osta per la riconsegna del corpo ai suoi familiari. È rinchiuso nell’istituto di pena minorile dove è stato trasferito subito dopo la convalida del fermo, il diciassettenne che, insieme con lo zio Petre Lambru, ha aggredito Lettieri. Per gli inquirenti, supportati anche dalle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona dell’aggressione, sarebbe stato proprio il minorenne a sferrare le coltellate mentre lo zio, Petre Lambru, picchiava l’ex pentito. 


Particolari decisivi a capire quanto accaduto quella sera, sono stati forniti ai carabinieri proprio dal giovane quando, la domenica successiva all’omicidio, accompagnato dal suo avvocato, si è presentato in caserma per fornire elementi importanti alla ricostruzione dei fatti. All’inizio della prossima, invece, l’avvocato Emiliano Carnevali, difensore di Petre Lambru, il cinquantasettenne romeno accusato di omicidio volontario in concorso con il nipote, presenterà istanza di riesame al Tribunale della libertà per chiedere la scarcerazione del proprio assistito che si trova ora rinchiuso nel carcere di Marino del Tronto.

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