Ascoli, violenza, parla la tredicenne
vittima di violenza da due nigeriani

La violenza sui minori
La violenza sui minori
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Mercoledì 7 Marzo 2018, 05:45
ASCOLI - Il sostituto procuratore della Repubblica del tribunale di Ascoli, Mara Flaiani, ha fatto pervenire al giudice delle indagini preliminari, Annalisa Giusti, la richiesta di fissazione dell’udienza nel corso della quale si celebrerà l’incidente probatorio in cui la tredicenne ascolana, presunta vittima di abusi sessuali da parte di due giovani nigeriani, che al tempo del fatto erano ospitati nella casa d’accoglienza dell’ex seminario vescovile di Carpineto, dovrà riferire su quanto accadde il 21 ottobre dello scorso anno in viale Alcide De Gasperi. In pratica la pubblica accusa chiede di assumere la testimonianza della minorenne, che nella circostanza avrà il supporto psicologico di un perito, al fine di evitare, data la sua giovane età, che possa essere suggestionata o subire condizionamenti esterni. I due nigeriani arrestati, che si stanno avvalendo dell’assistenza dell’avvocato Umberto Gramenzi, si trovano ancora reclusi nel carcere di Pesaro dove sono stati trasferiti poco dopo il loro arresto per motivi di sicurezza. Nei loro confronti è stato ipotizzato il reato di violenza sessuale di gruppo in quanto in concorso avrebbero costretto la tredicenne a subire atti sessuali. Nei prossimi giorni, quindi, si conoscerà la decisione del Gip ed eventualmente la data della fissazione dell’incidente probatorio. Secondo un primo racconto fatto negli uffici della Squadra Mobile, dove la ragazza si recò in compagnia della madre, dopo aver fissato telefonicamente il luogo e l’ora dell’appuntamento, i tre si incontrarono alla fermata degli autobus in viale De Gasperi. Da sottolineare che la tredicenne conosceva uno dei due nigeriani, con il quale potrebbe aver avuto precedentemente una relazione sentimentale, ma non l’altro. La ragazzina venne portata in un luogo appartato e costretta, sempre secondo la versione resa agli inquirenti, a subire rapporti sessuali contro la sua volontà. Intorno alle 23 di quel giorno rientrò a casa dirigendosi verso il bagno cominciandosi a lavare e la stessa cosa avrebbe fatto con i suoi abiti. La madre della giovane attese che la figlia uscisse dal bagno per sottoporla ad una serie di domande su cosa le fosse successo. Inizialmente la tredicenne tentò di nascondere ciò che le era capitato poi, in un pianto dirotto, si liberò del peso che la opprimeva. 
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