Ascoli, cartello contro gli accattoni
Il vescovo: "Quell'area è privata"

Il cartello sotto la curia vescovile
Il cartello sotto la curia vescovile
2 Minuti di Lettura
Sabato 11 Febbraio 2017, 10:45
ASCOLI - Chi ha affisso il cartello “Proprietà privata: no ambulanti, no accattonaggio” al passetto Squintani a due passi dalla Curia vescovile di Ascoli che ha fatto indignare l’ex sindaco Roberto Allevi? A rivendicare la paternità del gesto è il vescovo diocesano, Giovanni D’Ercole. «Dobbiamo lavorare perché la legalità sia sempre rispettata e il mercato nero a qualsiasi titolo vada abolito. Questi amici africani vanno aiutati a poter vendere le loro merci in modo legittimo non occupando spazio di privati, destinato ad altro» scrive il vescovo. «Quanto ai poveri da accogliere - prosegue - tutti sanno quanto la Caritas va facendo e quanto anche il vescovo fa per venire incontro a chi è nella povertà. Lo scopo è togliere dalla strada i clochard offrendo loro un alloggio, ma per sradicare la vera povertà bisogna anche impedire che chiedere l’elemosina diventi una professione per arricchirsi senza lavorare. Sia ben chiaro, la lotta contro la miseria passa pure attraverso il rispetto delle regole.

L’invito è, quindi, a non leggere il divieto come un “fuori!”, ma come un “Dentro!”. Se non possiamo creare le condizioni per una vita dignitosa, possiamo quantomeno ostacolare tutte quelle che alimentano l’industria della miseria e deresponsabilizzano la società. Che dire, poi, dei venditori ambulanti? Sono africani e mica dell’Isis: perché impedire loro di vendere le loro mercanzie come è stato scritto? Ebbene questo lo si dica ai commercianti che pagano regolarmente le tasse e alla cultura dell’abolizione del mercato in nero!». Immediata la replica del consigliere comunale ed ex sindaco, l’avvocato Roberto Allevi.«Sono rimasto molto sorpreso ed amareggiato dalla risposta data dalla diocesi a quello che era un semplice invito, peraltro condiviso da moltissimi cattolici della mia città» dichiara Roberto Allevi. Quel cartello conferisce una idea di città repressiva e poco disposta alla tolleranza ed alla accoglienza. Chi lo sa se Papa Francesco ce lo lascerebbe quel cartello!».
© RIPRODUZIONE RISERVATA