Villa Sgariglia, il caso finisce in Appello. L’ex affittuario: «Canoni non dovuti»

Villa Sgariglia, il caso finisce in Appello. L’ex affittuario: «Canoni non dovuti»
Villa Sgariglia, il caso finisce in Appello. L’ex affittuario: «Canoni non dovuti»
di Luca Marcolini
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Giovedì 24 Marzo 2022, 06:15

ASCOLI  - LArengo prova a recuperare e valorizzare le strutture ricettive di proprietà comunale in ottica anche turistica, dai due immobili a Piagge e Campolungo a Palazzo Guiderocchi. Ma, lungo la strada, si trova a dover superare un ulteriore ostacolo, per quel che riguarda la vicenda di Villa Sgariglia, nella frazione lungo la strada per il colle San Marco, che prolunga, di fatto, la vertenza apertasi più di 3 anni fa tra il Comune e il vecchio gestore dell’immobile. Il contraddittorio, dopo un primo pronunciamento del Tribunale, a favore dell’amministrazione comunale riguardo le spettanze arretrate rivendicate dall’ente per sanare la situazione, finisce ora all’attenzione della Corte d’appello di Ancona proprio per l’impugnazione da parte del concessionario dell’immobile che ritiene infondate le pretese risarcitorie comunali. 


Ad aprire la vertenza legale sulla vicenda di Villa Sgariglia a Piagge era stato, nel novembre del 2018, proprio il Comune di Ascoli, con ricorso al Tribunale per rivendicare la scadenza dell’accordo con il gestore individuata dall’ente nella data del 31 dicembre 2014, dopo l’aggiudicazione avvenuta nel marzo 2001, e quindi rivendicare la risoluzione «per inadempimento del concessionario per omesso pagamento del canone e per inosservanza di norme di legge e utilizzazione del bene differente da quanto stabilito».

L’Arengo, quindi, chiedeva l’immediato rilascio, da parte del concessionario, dell’immobile e il pagamento dei canoni non corrisposti.

Lo stesso concessionario si costituiva in giudizio eccependo «la riqualificazione del contratto di concessione in contratto di locazione commerciale e l’insussistenza di debiti nei confronti del Comune, quindi l’infondatezza della domanda risarcitoria. E contestava anche davanti al Tar Marche le ordinanze di demolizione delle opere effettuate, rivendicando un credito per le stesse e quantificando anche il danno economico subito per la chiusura dell’attività. 


Il Tribunale di Ascoli, sulla vicenda, si esprimeva con una sentenza che riconosceva «che l’efficacia della concessione amministrativa è terminata il 31 dicembre 2014» e «che la parte convenuta ha occupato senza titolo il bene oggetto della concessione amministrativa dal 1° gennaio 2015 al 17 settembre 2019». Quindi i giudici condannavano il concessionario al pagamento dei canoni non versati e al «risarcimento del danno per la mancata eliminazione delle opere indicate nelle ordinanze comunali di demolizione».

Con il ricorso in appello del concessionario della struttura comunale a Piagge, dunque, si apre un ulteriore capitolo. L’impugnazione della sentenza del Tribunale in sede di Corte d’appello, vede il vecchio gestore rivendicare le proprie ragioni in secondo grado di giustizia, con l’Arengo che, invece, costituendosi in giudizio, intende opporsi per ottenere il rigetto del ricorso rivendicando le proprie pretese riconosciute già in primo grado. Un’ulteriore puntata, dunque, per arrivare alla conclusione definitiva di questa complessa battaglia legale. 

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