Serra di marijuana con 1.500 piante di marijuana, arrestati imprenditore e un operaio

Il materiale sequestrato dai carabinieri in un casolare nella periferia di Ascoli
Il materiale sequestrato dai carabinieri in un casolare nella periferia di Ascoli
2 Minuti di Lettura
Giovedì 25 Marzo 2021, 15:57

ASCOLI - Due persone arrestate dai carabinieri al termine di una lunga e minuziosa indagine avviata con la scoperta di una serra di marijuana in un casolare alla periferia di Ascoli. Le misure cautelari agli arresti domiciliari sono state notificate ieri mattina dai i Carabinieri del Comando Provinciale di Ascoli Piceno ad Ascoli e ad Alba Adriatica. L'ordinanza è stata firmata dal gip su richiesta della procura di Ascoli che ha coordinato le indagini dei  carabinieri, con l'ipotesi di reato di produzione e detenzione di sostane stupafacenti.

LEGGI ANCHE

Pasqua in zona rossa, cosa posso fare? Pranzi, amici e spostamenti: tutto quello che c'è da sapere

Coronavirus, impennata di nuovi positivi: sono 621, il contagio corre nel nord delle Marche/ I numeri dell'emergenza

I carabinieri della Compagnia di Ascoli Piceno hanno smascherato un'organizzazione composta da tre soggetti ritenuti i responsabili: un ascolano di 54 anni, imprenditore, e un albanese, operaio edile, residente ad Alba Adriatica di 34 anni, entrambi già conosciuti alle forze dell’ordine.

Il terzo indagato, un albanese senza fissa dimora,  fu arrestato nell'ottobre scorso in un casolare in cui furono  scoperte cinque stanze a piano terra completamente adibite a serra con 1.500 vasi di piante e un impianto molto sofisticato di illuminazione e irrigazione da un pozzo attiguo all’abitazione, ben organizzato  con tanto di riscaldamento a parete, rilevatori di temperatura ed umidità. 

All’ operazione, con esecuzione di perquisizioni delegate presso le abitazioni e le pertinenze dei due, ove è stato rinvenuto materiale idoneo al confezionamento dello stupefacente, hanno collaborato i Carabinieri della Compagnia di Alba Adriatica e le unità Cinofile Carabinieri di Pesaro e Chieti. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA