Stop alle irregolarità, regole trasparenti e canoni più alti a circoli e associazioni per locali e aree del Comune

Piazza del Popolo, centro della vita di Ascoli
Piazza del Popolo, centro della vita di Ascoli
di Luca Marcolini
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Mercoledì 6 Gennaio 2021, 11:00

ASCOLI - Il 2021 sarà l’anno delle regole chiare e uguali per tutti per l’utilizzo o la concessione di immobili, locali o aree dell’Arengo.

Dopo un percorso avviato intorno al 2015 per la regolarizzazione di tutte le posizioni, tra cui circa 50 realtà tra associazioni e circoli privati, di chi utilizza spazi comunali, adesso l’obiettivo è approvare un nuovo regolamento per l’utilizzo dei beni di proprietà dell’ente andando definitivamente a sanare tutti quei rapporti ereditati da oltre 20 anni fa che si sono protratti.

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I passati rapporti
Rapporti che strada facendo si sta gradualmente cercando di regolarizzare, con diversi casi in cui non c’era alcun canone da pagare, altri in cui era previsto l’accollo delle utenze da parte del Comune e qualcun altro (andando indietro nel tempo) anche in cui non risultava un contratto nero su bianco. Adesso il sindaco Fioravanti e l’amministrazione comunale vogliono completare il percorso di revisione di tutti i rapporti per la concessione del patrimonio comunale arrivando ad approvare un nuovo tessuto normativo che garantisca una ripartenza con regole uguali per tutti. Prevedendo l’applicazione di canoni commerciali e lasciando solo, dove la legge lo consenta, canoni gratuiti o calmierati per quelle realtà o associazioni che perseguano riconosciute finalità di interesse pubblico. Stop definitivo, dunque, a situazioni irregolari, senza contratti o senza pagamento di canoni d’affitto o di utenze.


Le nuove regole
«Il nostro obiettivo – spiega il sindaco – è definire una volta per tutte la disciplina per un utilizzo corretto del patrimonio immobiliare comunale, anche per una adeguata valorizzazione dello stesso.

Per questo doteremo l’ente di un nuovo regolamento chiaro e puntuale che possa consentire l’utilizzo di beni del Comune nel pieno rispetto delle normative, con contratti e canoni da rispettare nella massima trasparenza. Chiaramente, sarà nostra premura andare incontro, dove la legge lo consenta, a quelle realtà con evidenti finalità di interesse pubblico». Anche la relazione programmatica dell’Arengo 2021, in tal senso, parla chiaro, facendo riferimento alla regolamentazione per l’utilizzo dei beni comunali da parte di associazioni e circoli «prevedendo l’applicazione di canoni commerciali e, ove la legge lo consenta, canoni gratuiti o calmierati coerentemente con le finalità svolte dagli stessi». Dopo qualche anno dall’avvio di quella che è può essere definita una vera e propria “crociata” per regolarizzare le posizioni di tutti coloro, tra persone fisiche, associazioni, circoli e quant’altro, che utilizzano beni comunali, in molti casi da decenni, si arriva ora alla fase conclusiva del percorso, con uno specifico regolamento quale punto fermo da cui ripartire.


Il patrimonio
Nella sua interezza, considerando anche chiese, fontane, monumenti e quant’altro, il patrimonio dell’Arengo include ben 448 beni. Tra questi, andando ad escludere tutti gli immobili utilizzati per scopi istituzionali o comunque collegati alle funzioni dell’ente, sono circa 60 gli edifici disponibili che possono essere destinati ad un utilizzo di privati, associazioni, circoli o altri enti. Attualmente, secondo il prospetto pubblicato anche sul sito internet dell’amministrazione comunale, risultano 23 edifici, locali o appartamenti concessi e per i quali l’ente percepisce canoni di affitto. Si tratta di beni utilizzati da privati, società (nel caso di attività commerciali), ma anche associazioni e circoli. Con un lavoro di regolarizzazione di alcuni casi che, gradualmente, è stato già avviato negli ultimi anni.


Il monitoraggio
Il monitoraggio portato avanti dall’Arengo negli ultimi quattro anni, proprio a fronte di situazioni ereditate da oltre 20 anni fa per quel che riguarda la concessione di beni comunali, aveva portato ad individuare una cinquantina di casi da regolarizzare sul fronte di associazioni e circoli. E a confermare il perdurare per diverso tempo di certe situazioni anomale c’era stata anche la relazione già fornita a suo tempo dal Servizio patrimonio comunale. Un documento nel quale si confermava che il patrimonio dell’ente «risultava essere impegnato, in parte, da possessi di fatto ereditati dal passato».

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