Feriti per le aggressioni tra detenuti, metà degli agenti in malattia. Il carcere è a rischio paralisi

Problemi per i turni della polizia penitenziaria a Marino del Tronto
Problemi per i turni della polizia penitenziaria a Marino del Tronto
di Luigi Miozzi
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Giovedì 18 Marzo 2021, 06:50

ASCOLI - Situazione particolarmente complicata quella che si è venuta a creare in questi giorni all’interno del carcere di Marino del Tronto dopo che una parte significativa di agenti di polizia penitenziaria negli ultimi giorni ha presentato i certificati di malattia.

Allo stato attuale, dopo gli ultimi due di ieri mattina, sarebbero una cinquantina gli agenti in servizio presso la casa circondariale di Ascoli che sono in malattia per varie patologie comportando una grave difficoltà nell’organizzazione dei servizi e nella copertura dei turni di lavoro. 


Le violenze
Una situazione di difficoltà che si registra in un momento particolare all’interno del carcere ascolano dove negli ultimi mesi si sono registrati episodi di violenza in cui è rimasto coinvolto anche il personale della polizia penitenziaria. Intemperanze e aggressioni tra detenuti e anche nei confronti di agenti che spesso riportano conseguenze e sono costretti a ricorrere alle cure dei medici. Qualche settimana fa un detenuto di origine marocchina, con problemi psichici e ristretto nel Reparto salute mentale della casa circondariale, mentre attraversava il carcere per usufruire dell’ora d’aria, giunto all’altezza della sala riservati agli avvocati, ha aggredito con una testata al volto per poi colpirlo ripetutamente alla testa un altro carcerato di origine albanese che attendeva di avere un colloquio con i propri familiari in via telematica. Solo il pronto intervento degli agenti di polizia penitenziaria che sono riusciti a immobilizzare l’aggressore ha consentito di evitare conseguenze più gravi. 


I trasferimenti
Una situazione resa più complessa dal fatto che ad Ascoli si trovano reclusi ancora oggi i detenuti trasferiti dal carcere di Modena dopo che lì ci fu una sanguinosa rivolta scoppiata all’inizio della pandemia.

In tutta urgenza, per sedare la sommossa, i carcerati vennero trasferiti e gran parte di loro furono portati al Marino in attesa di un’altra destinazione. Sarebbe dovuta essere una soluzione momentanea ma a distanza di un anno il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, nonostante le sollecitazioni, non ha ancora disposto i trasferimenti. Ma da qualche giorno la direzione del carcere e il comandante degli agenti di polizia penitenziaria sono impegnati per superare le difficoltà conseguenti al personale in malattia per organizzare regolarmente i servizi e i turni di lavoro.

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