Traffico di armi con la Libia per un affare da 16 milioni di euro, Giorgi a processo con altri tre

Franco Giorgi al rimpatrio in Italia
Franco Giorgi al rimpatrio in Italia
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Venerdì 13 Novembre 2020, 03:05

ASCOLI - Franco Giorgi, il settantasettenne ascolano accusato di intermediazione nella compravendita internazionale di armi rimasto per quattro anni rinchiuso in un carcere libico, è stato rinviato a giudizio.

Lo ha stabilito ieri mattina al termine dell’udienza preliminare il gip del tribunale di Ascoli, Rita De Angelis, che insieme con Giorgi ha disposto il processo anche per tre persone coinvolte con lui nell’inchiesta condotta dal procuratore della Repubblica Umberto Monti. 
Si tratta di Gamal Saad Rezkalla Botros, 52 anni, origine egiziana ma residente a Colli del Tronto; del trentunenne Siracle Zreg e del cinquantunenne venezuelano Paolo Rubin residente però da alcuni anni a Padova. Il giudice per le indagini preliminari ha stralciato, invece, la posizione dei due fratelli libici - Ibrahim Khalifi Alarabi El Tumi e Mohamed Khalifi Alarabi El Tumi, rispettivamente di 37 e 52 anni - in quanto entrambi latitanti e, pertanto, il magistrato ha ritenuto di dover procedere con ulteriori accertamenti tramite il ministero per accertare l’avvenuta notifica dei provvedimenti a loro carico. 
Nel mirino della Procura di Ascoli è finita una compravendita di ingenti quantitativi di armi e munizioni destinate alla Libia che Giorgi, in qualità di intermediario, avrebbe fatto pervenire da nazioni dell’Est europeo.

Nello specifico, si trattava di una prima fornitura del valore di 1,130 milioni di euro per mille pistole con laser e attacco per silenziatore, 45 fucili Sniper, 2mila muinizioni, giubbotti antiproiettile e altro materiale. A garanzia della compravendita, secondo quanto sostenuto dall’accusa, sarebbe stata versata a Roma, nel giugno del 2014, una caparra di 100mila euro. La trattativa sarebbe poi proseguita con il versamento di un’altra caparra alla fine di agosto di quello stesso anno di 190mila euro che sarebbero serviti per un affare da circa 16 milioni di euro e poter noleggiare un aereo che avrebbe dovuto trasportare in Libia le armi.

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