Ascoli, depuratore conteso con tanto di intervento degli agenti della polizia: il Tar dà ragione al consorzio idrico

Ascoli, depuratore conteso con tanto di intervento degli agenti della polizia: il Tar dà ragione al consorzio idrico
Ascoli, depuratore conteso con tanto di intervento degli agenti della polizia: il Tar dà ragione al consorzio idrico
di Luigi Miozzi
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Mercoledì 26 Aprile 2023, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 11:52

ASCOLI - Il Tar accoglie il ricorso della Ciip e respinge quello del Consind che si opponeva alla restituzione del depuratore di Campolungo e altre infrastrutture. Il tribunale amministrativo ha messo un punto fermo risolvendo, almeno per il momento, il lungo braccio di ferro tra la società di gestione del servizio idrico del Piceno e il Consorzio di industrializzazione. Un provvedimento che conferma quanto già nel maggio dello scorso anno i giudici della giustizia amministrativa di Ancona, in via cautelare, aveva imposto al Consind la restituzione dell’impianto di depurazione e i relativi collettori, i bypass del depuratore, il collettore di Castel di Lama, le opere presso una azienda della zona e le condotte dell’area Marini per un importo complessivo di circa un milione e ottocentomila euro. 

 


Il ricorso


Ora, a distanza di quasi un anno, c’è stata la pronuncia definitiva. Una sentenza che il Consind confrontandosi con il consulente legale, l’avvocato Vito Iorio, potrebbe decidere di impugnare davanti al Consiglio di Stato. A scatenare la battaglia legale, durante la primavera del 2022, era stato il ricorso che il Consind aveva presentato per chiedere l’annullamento del decreto con il quale l’Ato, sulla scorta dell’entrata in vigore della legge regionale del 2011, aveva stabilito la restituzione del depuratore da parte del Consind entro il 31 marzo del 2022 per poi affidare la gestione dello stesso alla Ciip.

Al momento della riconsegna delle chiavi, il Consind si era rifiutato di riconsegnare l’impianto e i toni tra le parti si erano accesi tanto che sul posto arrivarono gli agenti della Digos.

Il rifiuto

I rappresentanti del consorzio di industrializzazione si rifiutarono di firmare il passaggio di proprietà poichè, sulla base di pareri legali ottenuti attraverso i propri consulenti, sarebbero stati riscontrati vizi formali nell’emissione del decreto da parte dell’Ato tanto in quella occasione fu manifestata l’intenzione di impugnare il provvedimento davanti al Tar. Inoltre, il Consind aveva chiesto ulteriore tempo per poter svolgere un sopralluogo all’interno del depuratore e quantificare in maniera puntuale l’entità dei danni poichè lo stesso Consind si era rifiutato di dare seguito al passaggio e aveva redatto un apposito verbale con il quale contestava alla società che curava la depurazione i danni cagionati al depuratore per otto milioni di euro. Somma che avrebbe dovuto abbattere parte del debito accumulato dal Consind nei confronti della società che aveva gestito l’impianto fino al 24 marzo. Da quel momento in poi, il braccio di ferro si è trasferito in tribunale. A maggio scorso arrivò il provvedimento del Tar che rigettò la richiesta di sospensiva avanzata dal Consind e affidò in via cautelativa la gestione dell’impianto alla Ciip. Ora i giudici hanno stabilito che è improcrastinabile il trasferimento dei beni alla Ciip. 

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